di Nicoletta Appignani
Due ore di lavoro faticosissime. Prima l’immissione in possesso dell’ufficio, quindi quattro chiacchiere con i giornalisti, poi l’emozione di un tapiro d’oro da “Striscia la notizia”, infine il pranzo con il suo nuovo capo, il procuratore di Aosta Marilinda Mineccia. Durante il suo primo giorno di lavoro si dev’essere stancato parecchio, Antonio Ingroia, neo sostituto procuratore in quel del capoluogo valdostano. Tanto s’è affaticato da aver dovuto subito prendere le ferie: ha chiesto tutti e 68 i giorni che aveva arretrati ma gliene sono stati concessi solo trenta “per le esigenze dell’ufficio”.
Insomma, come si dice, proprio non ci vuole stare – ad Aosta, è chiaro – l’ex leader di Rivoluzione civile, trombato malamente alle elezioni. Da aspirante esattore delle imposte in Sicilia, è stato trasferito dal Csm in mezzo alle Alpi come pubblico ministero. Una fine per ora ingloriosa per chi, da capo di partito, voleva niente di meno cambiare l’Italia e da magistrato indagava sulla trattativa Stato-mafia con le famose intercettazioni sul presidente Napolitano. Spiega, Ingroia, di voler in questo modo attendere le decisioni del Tribunale amministrativo, previste per il prossimo 23 maggio. Dopodichè farà le sue valutazioni: “non prendo nemmeno in considerazione l’ipotesi che mi dia torto” ha commentato.
Per cui tornerà in servizio ad Aosta solo il prossimo 20 giugno, il nuovo sostituto procuratore, a meno che il trasferimento non venga “sospeso” dal Tar il 23.
I commenti
Nel frattempo su Twitter le battute e le ironie si sprecano. Ferocissimo Marco Follini: “Le ferie di Ingroia mi sembrano il tratto più illuminante della sua biografia politica”, scrive.
Ma non è tenero neanche Maurizio Gasparri: “A proposito di conflitto d’interessi tra toghe e politica, vorremmo evidenziare la singolare posizione di Antonio Ingroia. In un solo giorno è passato da neo sostituto procuratore ad Aosta a uomo in ferie e infine a capo partito, annunciando la partecipazione insieme al suo movimento alla manifestazione della Fiom. Altro che confusione di ruoli. Su questo si dovrebbero interrogare i membri togati del Csm e chiedere l’intervento del ministro della Giustizia. Chi mortifica il ruolo di magistrato e non ne rispetta la funzione va ricercato al loro interno”.
Chissà se il Csm, bacchettato da Ingroia un’altra volta, deciderà di seguire il consiglio di Gasparri. “Non so se nel trasferimento c’è stato un intento punitivo, ma l’effetto è stato quello – dichiara il magistrato – C’è stata una violazione delle circolari. Non potevo essere destinato ad Aosta o a procure simili ma solo come sostituto procuratore alla procura nazionale antimafia o in Cassazione”. In attesa di avere certamente ragione dal Tar, potrà gustare il Tapiro d’oro alla fontina consegnatogli da Valerio Staffelli di Striscia.