Antonella Viola a Piazzapulita da Corrado Formigli ha parlato di trombosi e vaccini, spiegando quali sono i sintomi su cui è necessario vigilare. “Se una persona dopo il vaccino ha mal di testa persistente, problemi di visione, difficoltà respiratoria, dolore addominale e dolore alle gambe deve chiamare il proprio medico. E segnalare questa cosa”, ha detto l’immunologa dell’Università di Padova.
Trombosi e vaccini: quali sono i sintomi su cui vigilare? Il video di Antonella Viola a Piazzapulita
Antonella Viola ha parlato della Vitt, ovvero della sindrome denominata trombocitopenia trombotica immune indotta da vaccino (Vitt è l’acronimo inglese). Due studi appena pubblicati sulla prestigiosa rivista New England Journal of Medicine ne parlano a proposito della vaccinazione con AstraZeneca, Johnson & Johnson e Pfizer-BioNTech. Ovvero tre dei quattro vaccini contro il coronavirus Sars-CoV-2. Gli studi analizzano le complicazioni in undici soggetti tedeschi e austriaci e cinque norvegesi, prevalentemente donne.
I sintomi sono difficoltà respiratoria, dolore al petto, forte mal di testa, dolore addominale persistente, vista offuscata, vertigini e comparsa spontanea di lividi. Questi sintomi compaiono da 5 a 20 giorni dopo la vaccinazione e sembrano correlare la produzione di anticorpi nei confronti di una proteina prodotta dalle piastrine che si chiama FP4. A oggi, casi di trombosi con caratteristiche di Vitt sono stati riportati in diversi Paesi europei. Ed Ema (l’Agenzia europea per i medicinali) ne ha suggerito il legame causale con il vaccino AstraZeneca. Anche Aifa (l’Agenzia italiana per il farmaco) ha sostenuto questa correlazione e ha proposto che in Italia il vaccino sia dato solo agli over 60.
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Secondo le Scienziate per la Società, un gruppo di studiose di vertice che ha unito varie competenze per contribuire a risolvere problematiche sociali sulla base di evidenze scientifiche esiste una terapia per curare la trombocitopenia o Vitt. La terapia prevede l’infusione di immunoglobuline ed anticoagulanti non eparinici. L’eparina, che i medici di solito danno in questi casi, è invece dannosa. L’Fda americana martedì, nel sospendere Johnson&Johnson, ha messo in guardia: “La terapia per questa forma specifica di coagulazione del sangue è diversa da quella usata normalmente. Di solito viene usato l’anticoagulante eparina. In questa condizione, l’eparina potrebbe rivelarsi pericolosa”.