Anno nuovo tensioni vecchie sui mercati finanziari, con la Cina che mette paura a tutti i listini. A Shanghai la Borsa ha aperto il 2016 con un tonfo (-7%), a causa della nuova contrazione dell’attività manifatturiera, ma anche per il timore di nuove misure di regolamentazione dei mercati finanziari da parte di Pechino. L’effetto si è sentito subito anche in Europa, dove a metà mattinata tutti gli indici sono in flessione. Francoforte, il mercato più sensibile agli andamenti economici cinesi, cede il 3,70%, Parigi il 2,40%, Londra il 2%. Piazza Affari arretra del 2,40% nel Ftse Mib e del 2,45% nel Ftse All Share. In generale vendite su auto e tecnologici. A Milano, protagonista assoluta Ferrari all’esordio sul listino italiano con un prezzo di apertura di 43 euro (inferiore però ai 48,06 dollari segnati alla chiusura di Wall Street). A metà seduta il valore è di 42,2 euro. Flessione che non ha impedito ai vertici del gruppo e all’ad Sergio Marchionne di rilasciare dichiarazioni trionfalistiche. Male ovviamente anche le azioni Fca, che risentono dello scorporo del Cavallino Rampante e cedono il 32,4% a 8,725 euro. Male Banca Mediolanum (sospesa in asta di volatilità a -4,7%). Le forti tensioni in Medio Oriente tra Iran e Arabia Saudita fanno recuperare il prezzo del greggio: il Wti segna +0,8% a 37,34 dollari al barile.