Uno schiaffone europeo a Matteo Renzi. Che conferma come sia stato messo ai margini dall’asse franco-tedesco. Al vertice di Berlino, in programma mercoledì prossimo, ci saranno la cancelliera tedesca Angela Merkel, il presidente francesce François Hollande e il numero uno della commissione europea Jean-Claude Juncker, mentre il presidente del Consiglio italiano resterà a casa.
Renzi, prima del mancato invito, aveva lanciato un altro attacco alle decisioni assunte in sede europea. “Si fanno politiche di austerity che non servono a niente. Anzi, che fanno male, non a caso c’è una diversità profonda tra gli Stati Uniti e l’Europa”. Secondo il presidente del Consiglio infatti “c’è un meccanismo sbagliato che porta a buttare via il bambino con l’acqua sporca. Cioè a tagliare, tagliare e tagliare anche ciò su cui bisogno investire”. La tensione con Merkel e Hollande era del resto già scoppiata a Bratislava, quando c’erano state state due conferenze stampa distinte. Giusto qualche giorno dopo, Juncker aveva ammonito l’Italia, sostenendo che la flessibilità è stata già usata.
Il governo tedesco ha comunque cercato di minimizzare, riferendo che l’incontro “sarà dedicato esclusivamente allo sviluppo dell’agenda digitale e ad esso parteciperà quindi anche il commissario competente, Gunther Ottinger“. Una giustificazione che però non convince. “La permanenza di Renzi nei vertici europei è durata il tempo di uno ‘stage’ di qualche settimana. Finito il tirocinio, Juncker, Merkel e Hollande lo hanno rimandato a casa, non lo invitano più e decidono senza di lui”, ha ironizzato Elvira Savino, capogruppo di Forza Italia in Commissione Politiche della Ue alla Camera.