Angela Celentano è la ragazza scomparsa 26 anni fa sul Monte Faito in provincia di Napoli. Quando si persero le sue tracce aveva solo 3 anni. A distanza di tanto tempo c’è una nuova speranza per i genitori di Angela.
Angela Celentano, storia della ragazza scomparsa 26 anni fa
Angela Celentano è la ragazza scomparsa sul Monte Faito a Vico Equense, in provincia di Napoli, il 10 agosto del 1996. Aveva 3 anni quando si sono perse le sue tracce e quindi oggi ne avrebbe 29. Oggi girano foto di come potrebbe essere Angela dopo 26 anni. La foto è stata ottenuta grazie alla tecnica della age progression. “È stato utilizzato uno speciale software che ha invecchiato le foto di Angela da bambina utilizzando i tratti somatici della sua famiglia”, spiega l’avvocato della famiglia Celentano, Luigi Ferrandino.
Il primo a dare l’allarme per la scomparsa di Angela fu il papà Catello. Mentre l’ultimo a vedere Angela fu Renato, un bambino che all’epoca dei fatti aveva 11 anni. Il ragazzino disse di essere sceso poco prima insieme alla piccola per il sentiero che portava al parcheggio per posare in auto il suo pallone, dicendo ad Angela di fare ritorno dai suoi genitori. A metà discesa, quando il sentiero si incrocia con un altro trasversale, il bambino avrebbe detto all’amichetta di tornare indietro proseguendo da solo. Al suo ritorno non incontrò nessuno.
“Tutti cominciarono a cercarla e quando, dopo pochi minuti, ci rendemmo conto che non riuscivamo a trovarla, chiamammo subito i carabinieri di Vico Equense – racconta il papà sul sito dedicato ad Angela – In meno di due ore quel posto si riempii di tantissime persone per cercare Angela e prima che fosse sera anche i militari dell’esercito si aggiunsero alle altre forze dell’ordine per le ricerche”.
“Per quattro giorni e quattro notti siamo rimasti sul posto per cercare Angela – continua il racconto del papà – Lasciammo Faito solo quando ci fu la certezza che Angela non fosse più sul Monte (qualcuno l’aveva portata via dal primo istante). Per quattro giorni furono usati tutti i mezzi che nel 1996 erano disponibili. Arrivarono subito le unità cinofili, un elicottero militare, munito di un sofisticato apparecchio a raggi infrarossi che riportava sul monitor qualsiasi corpo in movimento nella notte; furono utilizzati di notte anche i cavalli (che avvertono la presenza di qualcuno nel buio), cani volpe (il loro fiuto avverte un corpo anche fino a 2 metri sotto terra). Fu chiesto ed ottenuto l’intervento di speleologi e rocciatori per escludere un eventuale allontanamento e caduta accidentale di Angela. Il Monte Faito presenta molti dirupi e rifugi nascosti. Furono sondati i pozzi che raccoglievano acque piovane perché un tempo serviva per il maneggio ormai dismesso. Per quattro lunghi giorni e notti, il Monte Faito fu messo sotto sopra ma di Angela nemmeno l’ombra …”.
Una nuova pista spunta in Sud America
I genitori di Angela, Catello e Maria Celentano, non hanno mai smesso di cercare e sperare. “Si possono pensare a mille cose poi magari…Se ci sarà un abbraccio vorrà dire tanto. Se ci sarà un pianto…io solo a immaginarlo inizio a piangere. Abbiamo immaginato più volte questo momento, sarà sicuramente un momento molto forte”, ha raccontato la madre Maria.
Nelle ultime settimane ci sarebbero delle novità da una segnalazione che arriva dal Sud America che riaccende la speranza che possa trattarsi di Angela. “Restiamo con i piedi per terra – dicono Angela e Maria – Dopo la fase di Celeste Ruiz che è durata alcuni anni, quando davvero abbiamo creduto di aver ritrovato Angela, per poi scoprire che era tutto un bluff, per noi è stata una mazzata. Questa volta l’ho detto dal primo momento: stiamo con i piedi per terra, non ci dobbiamo illudere di niente”.
I genitori hanno raccontato quest’ultima segnalazione a ilriformista.it: “La pista è arrivata a giugno tramite la segnalazione dell’associazione ‘Busco Mi familia biologica’ che collabora con altre 80 associazioni in tutto il mondo. Avevamo diffuso la foto in age progression di Angela sui social e così ci è arrivata questa segnalazione. Ce ne sono arrivate tante, non è stata l’unica. Addirittura ci scrivono ragazze che cercano la loro origine sapendo di essere state adottate. Tra le tante segnalazioni questa ci sembrava da prendere in considerazione più delle altre”.
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