Dietro la vicenda si intuisce un regolamento di conti. Al centro della scena c’è Leonardo (ex Finmeccanica), in particolare un gruppetto di quattro supermanager: Domenico Braccialarghe, capo risorse umane e organizzazione; Alessio Facondo, capo divisione aerostrutture; Federico Fabretti, capo relazioni esterne; Andrea Parrella, capo struttura legale e affari societari. Tutti sono accomunati dall’essere fedelissimi dell’ex amministratore delegato Mauro Moretti, recentemente “disarcionato” dall’azienda con una sontuosa buonuscita da 9 milioni di euro. E tutti e quattro sono finiti nel mirino di una pesantissima interrogazione del vicepresidente del Senato, Maurizio Gasparri (Fi), depositata lo scorso 25 maggio e in attesa di risposta.
La staffilata – I suddetti super manager, scrive il senatore azzurro, “sarebbero stati ‘blindati’ nella loro carica dall’ingegner Mauro Moretti il quale, in scadenza di mandato, avrebbe predisposto un ‘Piano di Successione per i ruoli a suo diretto riporto’ e sottoscritto lettere individuali, nelle quali risulterebbe essere stato riconosciuto un ‘paracadute’ grazie al quale, in caso di cessazione del rapporto, a tali manager verrebbero corrisposte ben quattro annualità di retribuzione”. E si tratta di maxi retribuzioni, tenendo conto dei ruoli in ballo. Un potenziale esborso economico che, a giudizio di Gasparri, “risulta essere largamente superiore ad ogni prassi di mercato”. Per questo, su tutta la vicenda, si chiedono lumi ai ministeri dell’Economia, dello Sviluppo, del Lavoro e delle Infrastrutture. Naturalmente La Notizia, in attesa della risposta del Governo (sempre che arrivi), ha sottoposto la questione a Leonardo, chiedendo se davvero esistano un “Patto di successione” e lettere individuali che riconoscerebbero 4 annualità nel caso in cui il nuovo Ad, Alessandro Profumo, decidesse di risolvere il rapporto di lavoro con i quattro top manager.
La risposta – Finmeccanica ha spiegato “che non esiste alcun provvedimento firmato ‘con lettere individuali’ dall’ing. Moretti ‘in scadenza di mandato’ per i manager citati nell’interrogazione (a proposito dei quali giova ricordare che Alessio Facondo non è stato assunto dall’ing. Moretti)”. I rapporti dei suddetti top manager con la società, ha aggiunto Leonardo, “dipendono esclusivamente dai contratti di assunzione, oltre che dagli altri strumenti e codici (come quello etico, quello anticorruzione ecc..) comuni a tutti i dipendenti di Leonardo”. Per questo “non risponde al vero quanto riportato e cioè che ‘in caso di cessazione del rapporto, a tali manager verrebbero corrisposte ben quattro annualità di retribuzione’: il trattamento loro riconosciuto è coerente con quanto scritto nella relazione sulla remunerazione 2014”. La stessa relazione, citata dall’interrogazione di Gasparri, prevede che “in caso di risoluzione del rapporto di lavoro, per i dirigenti con responsabilità strategiche sono previste le competenze di fine rapporto stabilite dal contratto collettivo nazionale di riferimento ed eventuali trattamenti integrativi definiti su base individuale, contenuti nel limite massimo di due annualità oltre quanto spettante ai sensi del Ccnl”. Insomma, per Leonardo le condizioni di uscita dei top manager sarebbero quelle fissate nel 2014, con due annualità di base e non quattro.
Il dettaglio – Ma c’è un dettaglio importante. Nelle varie relazioni sulla remunerazione (2014 compreso) c’è scritto che “la società generalmente non stipula accordi che regolino ex-ante gli aspetti economici relativi alla risoluzione anticipata del rapporto di lavoro con il management”, ma “a seguito di attente valutazioni può determinare, con riferimento agli amministratori esecutivi, ai direttori generali ed ai dirigenti con responsabilità strategiche, specifiche indennità per il caso di risoluzione anticipata del rapporto di amministrazione o di dimissioni e/o licenziamento dal rapporto di lavoro dipendente, fermi restando gli obblighi di legge e di contratto applicabili”. A questa eventualità, che quindi amplierebbe il perimetro dei compensi, nella sua risposta però Leonardo non fa cenno.
Il dubbio – Il gruppo invece chiarisce che “per ‘piani di successione’ si intendono i piani di sostituzione con risorse interne di quei manager che dovessero lasciare il proprio posto”. E Leonardo “ha predisposto per questa finalità gli strumenti formativi, professionali e manageriali più idonei a far crescere e valorizzare le sue migliori risorse”. Insomma, la società si difende ma non chiarisce sino in fondo le possibilità di estensione economica degli accordi per il caso di cessazione del rapporto di lavoro coi top manager. Né dice, ma può anche essere comprensibile per ragioni di privacy, in cosa consistano eventuali accordi coi quattro manager messi nel mirino dall’interrogazione di Gasparri. Un dubbio resta: perché il vicepresidente del Senato si sarebbe inventato di sana pianta, come dice Leonardo, la storia delle 4 annualità? Qualcuno gli ha messo in mano un’informazione sbagliata ad arte? Tutto può essere, di sicuro in atto c’è un regolamento di conti con la vecchia guardia morettiana che non esita a sfruttare i canali istituzionali.
Tw: @SSansonetti