Ancora un affondo di Giuseppe Conte agli ex alleati del Pd e a Enrico Letta, giudicato ormai “incomprensibile”. Ai microfoni di Radio Popolare, il leader pentastellato ha rivendicato le politiche green del movimento e denunciato l’imbarazzo provato dopo la candidatura di impresentabili in Sicilia che ha portato alla rottura con i dem.
Bipolarismo, politiche green e astensionismo
Non demorde Giuseppe Conte. La campagna elettorale entra sempre più nel vivo mentre si avvicina la data in cui gli italiani andranno alle urne, determinando il colore politico della nuova legislatura. Ma il leader del Movimento 5 Stelle continua a difendere il programma del partito, senza risparmiare colpi né a destra né a sinistra. “Il vero bipolarismo è tra chi è fintamente ‘green’ e il M5S, che invece è convintamente al lavoro per dare una visione e strumenti attuativi per realizzare la transizione ecologica”, ha detto l’ex premier ai microfoni di Radio Popolare. “Ritornare al fossile sarebbe una grande iattura per l’Europa e il pianeta. Il clima sta impazzendo, non abbiamo più tempo da perdere”.
Il presidente dei pentastellati ha esaminato lo scenario politico che potrebbe scaturire dalle elezioni del 25 settembre, affermando: “Se sento aria di nuove larghe intese senza il M5s? Non mi sorprenderebbe. Ci si predispone, anziché ad un progetto politico chiaro, al fatto che tanto ci si ritroverà lì a governare insieme, soprattutto le forze politiche che parlano di agenda Draghi anche senza Draghi: ritrovarsi a gestire il potere, essendo specialisti del potere. Su questo chiedo agli italiani di andare a votare. Se si crea la melassa indistinta si perde la fiducia dei cittadini e si ammala la democrazia”.
Sul futuro del M5S, Conte ha commentato: “Se mi immagino da solo all’opposizione dopo il voto? Mi immagino da solo al governo – e ha ammesso –. È complicato ma battute a parte dico che gli italiani hanno un grande destino nelle proprie mani”.
Lo sguardo, poi, è puntato verso l’astensionismo. Per il leader di 5S, se quel 40% di cittadini sfiduciati e delusi dalla politica di destra e sinistra decidesse di “andare a votare significa ribaltare completare sondaggi e pronostici”.
Ancora un affondo di Conte agli ex alleati del Pd: “Letta incomprensibile. In Sicilia? Con gli impresentabili ci hanno messo in imbarazzo”
Conte ha demolito il progetto dell’agenda Draghi, soprattutto in fatto di politiche green. Esaminando l’intervento del premier dimissionario al Meeting di Rimini, il presidente dei 5S ha asserito che il governo uscente ha “fatto bene su alcuni punti come il completamento della campagna vaccinale e del Pnrr” ma “l’eredità ecologica e sociale è modesta, si poteva fare di più” soprattutto “perché ho molta preoccupazione del ritardo che stiamo accumulando su vari fronti”.
Ennesimo affondo, poi, al Partito Democratico e all’ex alleato Letta. “Sono costretto a rinunciare a comprendere il comportamento dei vertici del Pd, Letta non l’ho capito più dal momento in cui abbiamo presentato la nostra agenda sociale al governo Draghi. Ho visto un Pd molto timido”, ha osservato.
A Radio Popolare, ancora, l’ex premier è tornato sulla rottura annunciata nei giorni scorsi dai 5S con i dem in Sicilia. “Non è stata una rappresaglia o una ritorsione, dal Pd c’è stato un tentativo molto scorretto di addossare la responsabilità della crisi al M5S. È stato un crescendo di atteggiamenti scorretti da parte del Pd nei nostri confronti”, ha denunciato Conte. “In Sicilia si stava lavorando sui contenuti, ma hanno costretto la Chinnici a inserire impresentabili nelle liste, un comportamento che ha messo in imbarazzo lei e noi – ha attaccato –. È successo anche alle amministrative: in molti comuni l’accordo con il Pd non l’abbiamo fatto perché l’asticella era bassa, sul piano della legalità, dell’etica pubblica, degli obiettivi politici che vogliamo perseguire”.