Una nuova strage di migranti. Con un bilancio di 22 vittime, di cui 21 donne morte, su un gommone al largo della Libia. È questa la terribile scoperta fatta della nave Acquarius di ‘Medici senza frontiere’ (Msf) durante alcune operazioni di soccorso. Le vittime sono state uccise dalle ustioni causate dal carburante schizzato fuori dalla tanica dell’imbarcazione.
È stato invece portato a termine il salvataggio di 628 persone, sempre grazie all’intervento di Msf. I migranti sono approdati a Pozzallo. Il coordinatore del salvataggio, Kim Clausen, ha raccontato che “anche in questa occasione quando siamo arrivati, due dei gommoni erano già sgonfi su un lato e avevano cominciato ad imbarcare acqua”. Clausen ha poi evidenziato: “Le imbarcazioni si trovano ad affrontare il mare in condizioni sempre più precarie, con pochissimo carburante, acqua e cibo a disposizione: la capacità di resistenza è di solo poche ore”. E ha annotato un altro elemento nuovo rispetto ai salvataggi effettuati in passato: “Nelle ultime settimane, per evitare tragedie in mare, ci siamo trovati ad effettuare salvataggi in zone sempre più vicine alle acque libiche. Queste persone si trovano ad attraversare il Mediterraneo senza nessuna protezione e dispositivo di navigazione: giubbotti di salvataggio, bussole o radio. Non possiamo lasciarle morire in mare”.