Anche il Molise ha le sue firme false. Sarebbero quelle relative alla presentazione delle candidature per le elezioni regionali del 2013 e che spuntano fuori adesso quando mancano 18 mesi alla chiusura della legislatura. Sei le persone finite, per ora, sotto la lente della procura di Campobasso. L’attuale presidente del Consiglio comunale di Campobasso Michele Durante ed il sindaco di Santa Croce di Magliano (Campobasso) Donato D’Ambrosio hanno fatto sapere di essere indagati direttamente dalla loro bacheca Facebook. Agli altri quattro è stato notificato l’avviso di conclusione delle indagini. La contestazione è quella di falso ideologico. E riguarda l’autentica di alcune firme: 30 in tutto. Eh sì, avete letto proprio bene, sono soltanto 30 le firme contestate ai sei amministratori locali. Per carità, se qualcuno ha sbagliato, è giusto che la giustizia faccia il suo corso. Ma a ciascuna delle persone finite sotto indagine sono contestate 4-5 sottoscrizioni autenticate irregolarmente. Un particolare quantomeno singolare.
Nella mischia – Il quadro che emerge mostra il coinvolgimento dei più differenti schieramenti politici. Il fenomeno riguarderebbe le sottoscrizioni per esponenti di diversi partiti o liste civiche e l’inchiesta, secondo quanto trapela da ambienti giudiziari, sembra essere destinata ad allargarsi ulteriormente. Si tratta però di contestazioni di pochissime firme a ogni indagato. Tra gli esponenti nel mirino, oltre ai due rinviati a giudizio, ci sono un assessore del comune di Campobasso e tre sindaci di piccoli comuni in provincia del capoluogo di Regione. Secondo la procura avrebbero “formato falsamente atti separati di dichiarazione di presentazione delle liste attestando falsamente che alcuni cittadini, previamente da loro identificati, avevano sottoscritto l’atto in loro presenza”. L’inchiesta si è sviluppata dopo che la Digos ha raccolto la testimonianza di alcuni sottoscrittori che non hanno riconosciuto i loro nomi e cognomi sulle liste.
Il dettaglio – Addirittura a uno dei sindaci coinvolti vengono contestate l’identificazione di cinque firme per una lista che nemmeno partecipò alla competizione elettorale del 2013, e altre due firme, di cui una per Sel e un’altra per il Pd.
Il silenzio – “Mentre in Sicilia e nelle altre regioni si conoscono i nomi e i dettagli dei casi ‘firme false’, nel martoriato Molise tutto è avvolto nel più fitto mistero”, ha affermato il senatore del Nuovo centrodestra, Ulisse Di Giacomo, “informare i cittadini su un caso così spinoso sarebbe doveroso in una Regione in cui le precedenti elezioni regionali, vinte dal centrodestra, sono state annullate per vizi formali. Sarebbe interessante sapere”, ha concluso Di Giacomo, “perché solo alla fine del 2016 si viene a conoscenza di questa indagine, dal momento che l’Ufficio centrale circoscrizionale, correttamente e celermente, fin dall’aprile 2013 aveva inviato alla procura stessa una nota con la quale informava di anomalie riscontrate nella raccolta delle firme”.