Anche le Autorità di settore stringono la morsa intorno a Terna a proposito delle speculazioni di alcuni operatori sulla rete elettrica. La società pubblica, che gestisce l’infrastruttura di trasmissione dell’energia, sta vivendo un periodo complesso. Da una parte il fronte esterno, con il tentativo molto complicato di conquistare una fetta di Admie, la società che controlla la rete greca. Dall’altra un recentissimo fronte interno, apertosi in particolare in Senato, dove la società guidata dall’Ad Matteo Del Fante è stata pesantemente accusata di non comunicare correttamente informazioni relative alla rete, favorendo così fenomeni speculativi che si scaricano sulla bolletta pagata da famiglie e imprese. In realtà, ben prima delle accuse mosse in Senato da Aiget (l’associazione dei grossisti), una spia dell’attenzione suscitata da Terna si era accesa in un comunicato dell’Autorità per l’energia. Il 28 luglio scorso, infatti, l’Authority guidata da Guido Bortoni aveva annunciato l’entrata in vigore, a partire da agosto, di nuove regole “per contrastare costi impropri del dispacciamento nella bolletta dei consumatori”. Parliamo di quei costi che Terna sostiene per riportare il sistema in equilibrio sulla rete.
IL PUNTO – Il problema è che gli squilibri tra offerta e consumo di energia possono essere indotti da comportamenti speculativi a monte. O possono provocarne a valle. Se Terna non comunica correttamente le informazioni sulla rete, alcuni operatori possono approfittarsene, creando dei costi che si scaricano in bolletta. Ebbene, l’Authority ha scritto che nell’assetto delle nuove regole è “prevista anche l’introduzione di ulteriori verifiche mensili a consuntivo da parte di Terna per monitorare il buon funzionamento del mercato”. Non un atto di accusa diretto nei confronti della società pubblica, ma di sicuro una richiesta di attenzione supplementare che fa capire bene come secondo l’Autorità anche il gestore della rete può essere complice delle speculazioni. Senza contare che due giorni fa l’Antitrust, guidata da Giovanni Pitruzzella, ha annunciato l’apertura di un procedimento contro Enel e Sorgenia per verificare se i due gruppi abbiano avuto extramargini proprio grazie ai quei comportamenti speculativi messi nel mirino all’Autorità dell’energia. Anzi, Pitruzzella si è mosso proprio dopo le segnalazioni di quest’ultima. Ma non finisce qui. Lo scorso 29 settembre, nel comunicare il calo dell’1,1% della bolletta elettrica nel quarto trimestre del 2016, l’Autorità di Bortoni ha scritto che la riduzione dei costi di approvvigionamento “è dovuta in maniera importante alla riduzione dei costi di dispacciamento, anche grazie ai primi effetti dei provvedimenti dell’Autorità per far cessare e perseguire le possibili condotte anomale dei mesi scorsi tenute dagli operatori”. Insomma, l’attenzione sul tema è più viva che mai perché qualcosa non va. L’altri ieri Terna ha risposto a La Notizia di aver “sempre agito nel rispetto delle regole e nella massima trasparenza”. Ma quello che sta emergendo dal combinato disposto delle iniziative del Senato e dell’Autorità di settore non può non chiamare in causa la società di Del Fante.
IL DETTAGLIO – Peraltro proprio in Senato lo scorso 20 settembre l’Aiget ha mosso accuse durissime a Terna per la gestione del cavo tra Sardegna e continente. Dopo l’audizione ha ricominciato a circolare con insistenza l’indiscrezione secondo la quale la speculazioni su quell’infrastruttura sarebbero state favorite da un sistema architettato ad arte da un funzionario di Terna poi allontanato dall’azienda. Indiscrezione rilanciata il 21 settembre anche dalla pubblicazione specializzata Staffetta Quotidiana. Sul punto, sollecitata da La Notizia, Terna ha tagliato corto: “Non c’è mai stata alcuna anomalia creata da funzionari di Terna”. Nel frattempo c’è il tentativo da parte della società di andare alla conquista della greca Admie. Il tutto, come già spiegato da questo giornale il 26 agosto, in potenziale conflitto di interessi, visto che gli altri pretendenti al boccone ellenico sono i cinesi di State Grid, che però sono pure azionisti indiretti di Terna. Per Del Fante centrare l’obiettivo greco non sarà facile, vista anche la potenza di fuoco dei suoi concorrenti-azionisti.
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