Analisti in allarme sulla guerra commerciale

La scure del tycoon secondo Moody’s colpirà soprattutto Italia, Austria, Irlanda, Slovacchia, Germania e Ungheria

Analisti in allarme sulla guerra commerciale

Mentre le Borse, dai mercati asiatici a quelli europei passando per Wall Street, vanno a picco, aumentano i report sugli impatti che la guerra dei dazi è in grado di provocare.

Goldman Sachs alza nuovamente le sue stime di una recessione negli Usa, già portate al 35% la scorsa settimana, per effetto dei dazi. Gli economisti della banca d’affari hanno alzato al 45% le ipotesi di una recessione Usa, abbassando dall’1% allo 0,5% le stime di crescita anno su anno del Pil nel quarto trimestre del 2025.

La banca d’affari americana ha ipotizzato un impatto di “almeno lo 0,7%” in meno sul Pil di Pechino per il 2025.

Italia tra i paesi più colpiti dai dazi Usa

I paesi europei più colpiti dall’aumento dei dazi doganali statunitensi saranno Irlanda, Slovacchia, Germania, Ungheria, Italia e Austria. E’ quanto afferma l’agenzia di rating Moody’s che spiega come questa valutazione si basi sulla proporzione che le esportazioni verso gli Stati Uniti rappresentano nell’economia di ciascun Paese.

“L’effetto dei nuovi dazi” annunciati mercoledì dal presidente americano Donald Trump “varierà in modo significativo a seconda dei settori”, avverte l’agenzia. Nell’Ue, i settori delle macchine e delle bevande alcoliche “dovrebbero essere i più penalizzati, poiché oltre un quinto delle esportazioni di questi prodotti è destinato agli Stati Uniti”.

“La risposta dell’Ue determinerà l’impatto complessivo sulle economie” a seconda che vengano imposti o meno dazi di ritorsione. Le aziende europee possono mitigare l’effetto dei dazi di Trump, ma su auto, alluminio e acciaio l’effetto si farà comunque sentire.

Ne sono convinti gli analisti di S&P, l’agenzia di rating, che ritengono che le società europee con rating beneficino di importanti fattori di attenuazione che dovrebbero consentire loro di gestire l’impatto diretto immediato dei dazi del 20% e del 10% imposti dall’amministrazione Trump sulle merci provenienti rispettivamente dall’Europa e dal Regno Unito.

A soffrire di più tra i comparti quello dell’automotive

Sulle auto si prevede che l’Ebitda massimo a rischio derivante dalle importazioni di veicoli finiti nel 2025 sarà di 10-11 miliardi di euro. S&P prevede che “le aziende europee che operano nel settore dell’alluminio e dell’acciaio, anch’esse soggette a una tariffa del 25%, saranno probabilmente colpite negativamente”.

Tra export, dazi e trasformazione radicale dei consumi tra i giovani, sono a rischio 2 miliardi di euro in un mercato, quello Usa, difficilmente sostituibile. È la stima di Federvini.