Una condanna in primo grado di 5 anni e 2 mesi per i fratelli Franco e Carlo De Benedetti, imputati nel processo sull’amianto all’Olivetti. Il Tribunale di Ivrea li ha ritenuti colpevoli di lesioni colpose e omicido colposo per dieci casi di malattie da amianto, che hanno provocato anche la morte. L’ex ministro Corrado Passera, ex amministratore delegato della società, ha ricevuto invece una condanna di un anno e 11 mesi, con pena sospesa. Assolto un altro big, Roberto Colaninno, che doveva rispondere all’accusa di lesioni colpose in un solo caso di mesotelioma pleurico.
Il verdetto ha stabilito anche i risarcimenti da dare ai familiari delle persone colpite da malattia: il totale si avvicina ai due milioni di euro, sulla base delle singole contestazioni processuali. Anche Telecom dovrà provvedere a pagare una parte degli indennizzi previsti. “Siamo soddisfatti della sentenza, perché il tribunale ha di fatto accolto l’impostazione dell’accusa. È è stata data giustizia alle vittime e ai loro familiari», ha dichiarato uno dei sostituti procuratori, Laura Longo. “Parliamo di morti che si potevano e dovevano evitare”, ha aggiunto.
Il ricorso
De Benedetti ha comunque annunciato ricorso in Appello. “Sono stupito e molto amareggiato per la decisione del Tribunale di Ivrea di accogliere le richieste manifestamente infondate dell’accusa”, ha dichiarato alla lettura della sentenza. E ha rivendicato la sua innocenza: “Sono stato condannato per reati che non ho commesso, come ha dimostrato l’ampia documentazione prodotta in dibattimento sull’articolato sistema di deleghe vigente in Olivetti e sul completo e complesso sistema di tutela della sicurezza e salute dei lavoratori, da me voluto e implementato fin dall’inizio della mia gestione”.
Entrando nel dettaglio della vicenda, l’imprenditore ha spiegato: “I servizi interni preposti alla sicurezza e alla salute dei lavoratori e alla manutenzione degli stabili non mi hanno mai segnalato situazioni allarmanti o anche solamente anomale in quanto, come emerso in dibattimento, i ripetuti e costanti monitoraggi ambientali eseguiti in azienda hanno sempre riscontrato valori al di sotto delle soglie previste dalle normative all’epoca vigenti e in linea anche con quelle entrate in vigore successivamente”. Quindi – ha concluso De Benedetti – “attendo di leggere le motivazioni di questa sentenza ingiusta, ma presenterò certamente impugnazione in Appello, fiducioso della mia totale estraneità rispetto ad accuse tanto infamanti quanto del tutto inconsistenti”.
Di “sentenza ingiusta” ha parlato anche Guido Carlo Alleva, legale di Passera. Il suo assistito “è stato amministratore delegato per poco tempo e nell’ultimo periodo contestato dall’accusa. Non c’è nessuna prova che le esposizioni all’amianto siano avvenute in questa epoca e non c’è nessuna prova di un suo comportamento omissivo”, ha evidenziato l’avvocato.