Ringrazia Enrico Letta per il lavoro svolto e conferma che il 12 marzo ci sarà l’assemblea che formalmente la eleggerà nuova segretaria del Partito democratico. Elly Schlein entra al Nazareno per il passaggio di consegne col segretario uscente che le regala un melograno, “simbolo di prosperità e di fortuna”.
Ieri il passaggio di consegne con Letta. Il 12 marzo ci sarà l’assemblea che eleggerà formalmente Elly Schlein nuova segretaria del Pd
Mette in chiaro che vuole partire dal popolo delle primarie che ha deciso di affidare a lei le redini del partito. Obiettivo è coinvolgerlo, renderlo partecipe della comunità democratica. “Ci riuniremo – dichiara Schlein – in questi giorni con la mia squadra per capire i primi passi e le prime scelte. Ma vorrei dire, sulla partecipazione, che vogliamo lavorare da subito per aprire il prima possibile il nuovo tesseramento”.
La nuova segretaria dem promette che lavorerà per la massima unità del partito
Una scelta dettata da diversi motivi: allargare la base degli iscritti, coinvolgendo appunto il popolo delle primarie, ma anche rispondere alle critiche, arrivate dall’area Bonaccini, sul divario tra il voto degli iscritti e quello dei gazebo. Con il primo che aveva premiato il governatore dell’Emilia-Romagna. Le parole chiave per il rilancio del partito sono unità e pluralità, seguendo un metodo “condiviso e plurale”. Lavoreremo, dice, “per la massima unità di questo partito”.
E ancora: “La responsabilità che sentiamo è quella di tenere insieme questa comunità democratica, avere cura della sua storia, dei suoi valori e di proiettarli al futuro. E mentre teniamo insieme questa storia teniamo insieme le culture che hanno forgiato questo partito”. Tutto questo, ha precisato, “senza però rinunciare a una linea politica chiara, comprensibile, che è quella che le persone che sono venute a votare alle primarie hanno deciso di scegliere”.
C’è da riorganizzare l’opposizione in Parlamento e nel Paese. All’orizzonte ci sono le amministrative e le europee. La linea politica scelta dal popolo delle primarie è chiara. La Schlein ne ha fornito alcuni assaggi nelle parole pronunciate a braccio dal suo comitato elettorale dopo l’annuncio della sua vittoria alle primarie. Una sorta di discorso programmatico che riprende i punti fondamentali della sua mozione congressuale.
Schlein propone un nuovo contratto sociale
Dalla lotta alle disuguaglianze e alle discriminazioni di qualsiasi sorta alla conversione ecologica. Schlein propone un nuovo contratto sociale. Per contrastare le diseguaglianze ed emancipare le persone dal bisogno. Per rispondere alla domanda di protezione di chi è rimasto ai margini dei cambiamenti. Perché chiunque possa realizzare il proprio percorso di vita. Per accompagnare la conversione ecologica e digitale senza lasciare indietro nessuno.
Un nuovo contratto sociale vuol dire anche lottare per un grande investimento nella sanità pubblica e universalistica. Idem per la scuola e l’istruzione. Un nuovo contratto sociale vuol dire anche progressività fiscale: chi ha di più deve contribuire in proporzione maggiore al benessere collettivo. E ancora: il carico fiscale va spostato dal lavoro e dall’impresa alle rendite e alle emissioni climalteranti.
In prima linea per i diritti LGBTQIA+
Il Pd che vogliamo, promette Schlein, è in prima linea per i diritti LGBTQIA+. “Dobbiamo continuare a batterci per una legge contro l’omobilesbotransfobia, l’abilismo e il sessismo”. Per l’ambiente fondamentale è investire sulle fonti rinnovabili e poi no a nuove trivellazioni, no al nucleare. La transizione passa dallo sviluppo dell’economia circolare superando discariche e inceneritori e della mobilità sostenibile.
Nell’agenda anche Salario minimo, contrasto alla precarietà e il Reddito di cittadinanza
E poi c’è il grande tema del lavoro per un’occupazione di qualità e che assicuri un’esistenza libera e dignitosa. E dunque Salario minimo, contrasto alla precarietà, meno contratti a termine, no a gli stage gratuiti. E Reddito di cittadinanza, che non solo non va abolito ma va migliorato. E poi: pieno sostegno all’Ucraina nella convinzione però che le armi non risolvono i conflitti.