Mentre Gualtieri se ne va in giro per l’Europa a girare video per far vedere a tutti quanto sono belli e funzionali i termovalorizzatori, nella città che amministra, la municipalizzata che si occupa dei rifiuti quest’anno chiuderà il bilancio in perdita. Sì, non proprio una bella notizia visto che, nonostante gli annunci, non si può dire che la Capitale abbia finalmente strade e cassonetti puliti. Il deficit sarebbe dovuto, secondo il presidente del Consiglio di amministrazione di Ama, Daniele Pace (nella foto) – audito in commissione parlamentare d’inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti in merito alla mancata sottoscrizione da parte del Comune di Roma di un nuovo contratto di servizio dopo il 2019 – a due elementi: l’aumento dei costi per il trattamento dei rifiuti, e “il fatto”, ha spiegato, “che abbiamo aderito al contratto di espansione promosso dal Governo che ci ha consentito di svecchiare moltissimo le maestranze Ama, e che ci è costato quest’anno 10 milioni, a fronte di un guadagno nei prossimi anni di un multiplo di 4-5 volte”.
A Roma l’Ama, la municipalizzata che si occupa della raccolta e del trattamento dei rifiuti quest’anno chiuderà il bilancio in perdita
Non solo: perché in città si stima che ci siano circa 300mila evasori il che, è chiaro, non aiuta le casse della municipalizzata. “Possiamo dire con certezza che c’è sicuramente una differenza rilevante tra i Pod, cioè i punti di accesso all’energia elettrica, e i soggetti che pagano la Tari di utenze domestiche”, ha detto Pace. I Pod, infatti, sarebbero 1,7 milioni e chi paga la Tari 1,4. Come contrastare l’evasione? Pace dice di avere la ricetta: basterebbe assumere “60 statistici per mettere a punto le banche dati”, oltre a “una alta dirigente dell’Agenzia delle Entrate” e “persone che abbiano conoscenza dei meccanismi di repressione dell’evasione, che verranno da agenzie governative che si sono occupate di questo problema in passato”. Oltre al deficit, intanto, aumentano anche i rifiuti. O almeno queste sono le previsioni che Pace fa in vista del Giubileo, quando la spazzatura dovrebbe crescere di circa il 25%, ovvero di 200mila tonnellate, per un valore di 500 milioni di euro.
Secondo le stime fornite dall’azienda nella Capitale sono circa 300mila gli evasori che non pagano la Tari
Per questo, infatti, sono stati messi a bando qualcosa come 600mila tonnellate di rifiuti per 36 mesi, “con una gara che stiamo facendo gestire dalla centrale di committenza di Invitalia, costruita e bandita prima del 24 dicembre, quando un incendio ha colpito il Tmb di Malagrotta”, ha spiegato il presidente. E infatti, per quanto riguarda la quantità di rifiuti gestita dal Tmb andato a fuoco, Pace precisa che “sta fuori dalla gara perché quando l’abbiamo bandita ancora funzionava, quindi non c’era necessità di mettere a bando quella quantità di rifiuto”. Insomma, mentre in Ama i bandi vanno deserti e si buttano soldi per pagare l’assicurazione a ben 500 veicoli che però sono rottamati da tempo, Pace prosegue con gli annunci. Ora ha parlato dell’arrivo di nuovi cestini di plastica: 18mila cestoni – “una replica”, spiega, “di un modello in ghisa che era diffuso” – brevettati per rispettare i requisiti che ha posto l’antiterrorismo. La consegna pare inizierà nel mese di giugno.
Per quanto riguarda invece i cassonetti, la situazione sarebbe “a buon punto per il rinnovo totale e si sviluppa su due direttrici: una nuova tipologia di cassonetti a sollevamento verticale e più grandi, e nuovi cassonetti ma del modello già esistente”. L’annuncio, in realtà, era già stato fatto nei mesi scorsi, e la gara da 35 milioni per acquistare 22mila cassonetti e 18mila gettacarta che sarebbero dovuti essere messi su strada tra maggio e dicembre 2024, era andata deserta. Adesso Pace, però, parla di 30mila cassonetti per un rinnovo che riguarderebbe l’intera città.