Dopo un anno si torna a parlare del presunto finanziamento da 3,5 milioni di euro che il M5S avrebbe ricevuto dal governo venezuelano di Hugo Chavez (leggi l’articol0). A rilanciare questa storia è Hugo El Pollo Carvajal, ex capo dell’intelligence venezuelana ricercato dagli Stati Uniti con l’accusa di narcotraffico e appartenenza al crimine organizzato, che per evitare l’estradizione – su cui i giudici hanno già dato parere favorevole – si è detto pronto a vuotare il sacco sui finanziamenti forniti dal governo di Caracas a diversi partiti internazionali tra cui figurerebbe anche M5S al tempo guidato da Gianroberto Casaleggio.
Parole che hanno mandato su tutte le furie il figlio Davide Casaleggio che, dopo aver fatto sapere di voler sporgere querela per queste dichiarazioni, ha preso carta e penna scrivendo una lettera al Capo dello Stato, Sergio Mattarella, per chiedere di “porre fine a questo indecente attacco, ristabilendo la verità su una persona scomparsa che dell’integrità morale ha sempre fatto il proprio faro e dello spirito francescano la propria missione”.
LA LETTERA, In particolare il presidente della Casaleggio Associati, rivolgendosi al Presidente della Repubblica, racconta che “a rendere ancora più triste questa vicenda, come Lei sa, è il coinvolgimento di alcune componenti dello Stato italiano in questa farsa” e per questo “le chiedo quindi di invitare chi di competenza a fare chiarezza una volta per tutte sulla vicenda sollecitando ad utilizzare altri strumenti per le proprie battaglie politiche e a porre fine a questo indecente attacco”.
Nel testo della missiva, Casaleggio denuncia come sia stato “superato un limite che ritengo intollerabile. La calunnia ripetuta dalla maggior parte dei quotidiani e televisioni italiani nei confronti di una persona scomparsa che non può difendersi è, infatti, un gesto vile che come figlio non posso sopportare”. Lo stesso ricorda inoltre che “a distanza di un anno”, “è partito il processo contro il quotidiano spagnolo Abc che ho querelato” per la pubblicazione delle frasi dello 007, “si è ripreso a diffamare sulla base della stessa notizia rilanciata e già smentita lo scorso anno per un documento chiaramente artefatto che veniva utilizzato come supposta prova del crimine”.
STORIA GIÀ SENTITA. L’intera vicenda, finita al centro di un surreale racconto dello spagnolo Abc, è stata già ampiamente smontata. A farlo, infatti, è stata l’ambasciata romana di Caracas che, interpellata dagli investigatori che sulla vicenda avevano acceso un faro, ammetteva candidamente: “Si tratta di un’informazione falsa e assurda, adiremo le vie legali” “Ci sono tanti punti incongruenti in una nota che è falsa e contraffatta” spiegano i diplomatici secondo cui l’intera storia, comunque la si voglia vedere, non si regge in piedi.
Il presunto pagamento ai grillini risalirebbe al 2010, ossia quando M5S era appena nato e che per questo, spiegano dall’ambasciata, era “completamente sconosciuto in Venezuela”. Difficile dar loro torto visto che all’epoca il Movimento era agli esordi e ben pochi, perfino in Italia, erano pronti a scommettere sulla sua capacità di diventare una forza di governo. Che le cose stiano così è evidente anche solo ricordando che pochi mesi prima, per la precisione nel 2009, divenne celebre la frase di Piero Fassino che, convinto dell’inconsistenza dei grillini, tuonò: “Se Grillo vuole fare politica, fondi un partito e vediamo quanti voti prende”.