Prima Matteo Salvini. Che dopo la foto opportunity con Silvio Berlusconi e Giorgia Meloni alla vigilia delle Regionali d’Abruzzo aveva escluso categoricamente la possibilità di esportare il modello Abruzzo in ambito nazionale. Concetto peraltro ribadito ieri: “Il voto abruzzese è per gli abruzzesi”. Poi il governatore della Liguria, Giovanni Toti, il più leghista degli azzurri, che, giocando di sponda con il leader del Caroccio, rovina la festa a Forza Italia.
“Sono molto preoccupato per il mio partito che continua a perdere voti. Per una classe dirigente che guarda a Toti come il problema, perché lo dice”, taglia corto l’ex giornalista Mediaset prestato alla politica che approfitta proprio del risultato abruzzese, che per Forza Italia ha certificato l’ennesima caduta nei consenti, per lanciare una stoccata ai vertici del suo stesso partito. “Se si affrontassero i problemi, se qualcuno ogni tanto desse le dimissioni, se si facessero scegliere gli amministratori locali e le liste civiche, se si aprisse il partito a tutti coloro che se ne sono andati, se si aprisse un luogo dove decidere una linea politica che non sia ottusamente filoeuropeista al di là del bene e del male per far dispetto al vicino di casa della Lega, forse riusciremmo a ottenere qualche risultato in più”, assesta il colpo con il suo ennesimo j’accuse che sembra mirato espressamente contro Silvio Berlusconi. “Come diceva Bertolt Brecht: il problema era il bambino perché diceva che il re è nudo e non il re che stava nudo”, aggiunge Toti.
Che sia, allora, proprio il Cavaliere il destinatario finale della richiesta di dimissioni di Toti lanciata come un siluro nelle acque agitate di Forza Italia? Di certo anche Salvini sembra pensarla in maniera non troppo dissimile: nel Centrodestra a trazione sovranista che ha in mente il leader della Lega di spazio per il vecchio Silvio non ce n’è. Come dimostrerebbe pure un sondaggio riservato secondo il quale, in caso di alleanza con FI, il Carroccio precipiterebbe di colpo da 32 al 25%. “Nel centrodestra ci sono partiti godono di ottima salute e partiti che avrebbero bisogno di una profonda riflessione e che non vedo un giro”, avverte Toti. E se non si cambia registro l’emorragia dentro FI è destinata a continuare.