La vulgata, quella più banalotta e superficiale, lo ha spesso dipinto come un immobiliarista guerrafondaio. Naturalmente si tratta di etichette che lasciano il tempo che trovano, soprattutto se si considera che autorevoli commentatori ritengono il clan Clinton molto più guerrafondaio di lui. Ma quando c’è di mezzo Donald Trump, il trionfatore di queste elezioni Usa, le rappresentazioni sono sempre un po’ schizofreniche. Però è anche vero che alcuni consiglieri del nuovo presidente degli Stati Uniti, per esempio il generale Michael T. Flynn, non hanno lesinato in alcuni scritti toni interventisti, per esempio contro la minaccia islamica. Comunque sia le voci, accreditate o meno che siano, viaggiano veloci. E si diffondono anche in Borsa, dove magari si percepisce qualcosa di più profondo. Ad ogni modo ieri gli investitori che hanno deciso di muoversi sui listini europei basandosi sulla vulgata che vuole Trump immobiliarista e guerrafondaio, a torto o a ragione, a fine giornata si sono trovati in mano un sacco di soldi.
I RISULTATI – Eh sì, perché nel Vecchio Continente i settori della difesa e del cemento sono andati alla grande. Per carità, può trattarsi solo di tendenze speculative, favorite peraltro da una giornata positiva sulle Borse europee, contrariamente alla previsioni funeste della vigilia. Si prenda piazza Affari, che è stata la peggiore con una lieve flessione dello 0,1%. Qui il secondo miglior titolo del listino principale si è rivelato Leonardo-Finmeccanica, il colosso della difesa guidato da Mauro Moretti che ha guadagnato il 7,61%. Una performance superata solo da Buzzi Unicem, e qui finiamo nel settore cemento-costruzioni, che ha messo a segno un ragguardevole +7,99%. In evidenza anche il gruppo delle costruzioni Salini Impregilo, salito del 7,7%. Un altro titolo del settore, ovvero Cementir del gruppo Caltagirone, ha comunque chiuso in controtendenza rispetto al resto del listino a +1,08%. Musica molto simile a Parigi, dove il Cac 40 ha archiviato la seduta con un +1,49%. Ma una performance superiore è stata registrata praticamente da tutti i titoli legati alla difesa: Dassault Aviation +4,99%, Thales +4,94%, Airbus +2,73% e Safran +1,63%. Per non parlare del settore cemento-costruzioni: il titolo LafargeHolcim, relativo al colosso nato poco tempo fa dalla fusione tra la francese Lafarge e la svizzera Holcim, ha chiuso in rialzo del 4,03%, ben sopra la media del listino principale. Settore della difesa scatenato anche a Londra. Qui, mentre la Borsa è salita dell’1%, il colosso dall’aerospazio Bae Systems ha messo a segno un rialzo del 6,75%.
STESSA MUSICA – E che dire di Francoforte, che si è rivelato il miglior listino europeo con +1,56%? In questo caso sugli scudi è stato il gruppo cementiero Heidelberg, quello che recentemente ha inglobato l’italiana Italcementi della famiglia Pesenti. Ebbene, il titolo ha fatto registrare un +4,42%. Più contenuta, invece, la crescita di uno dei maggiori gruppi tedeschi della difesa, Ohb, che ha archiviato la giornata con un +0,69%. Insomma, le prime 24 ore “borsistiche” europee alle prese con l’effetto Trump, di cui si preannunciavano effetti dirompenti, sono state positive (fatta eccezione, come detto, per la lieve flessione di Milano). E in particolare i listini hanno rilevato trend in netto rialzo per quei settori che, magari anche impropriamente, vengono spesso considerati affini agli interessi o alle passate esperienze di Trump. Il fatto è che a volte le Borse vivono di suggestioni. Ma a volte anche di percezioni più profonde. Che siano state queste a prevalere ieri in Europa non si sa. Rimane il fatto che per almeno un giorno difesa e cemento hanno brillato per l’effetto Trump.
Tw: @SSansonetti