“Altro che sicurezza sul lavoro: ormai è in atto un’amnistia”

Con il nuovo decreto 103 azzerate le ispezioni sui posti di lavoro (che dovranno essere annunciate) e sanzioni sospese.

“Altro che sicurezza sul lavoro: ormai è in atto un’amnistia”

“Sulla sicurezza sul posto del lavoro è in atto una vera e propria amnistia”. Non usa giri di parole il magistrato della Corte di cassazione Bruno Giordano, già direttore dell’Ispettorato nazionale del Lavoro, per commentare il Decreto Legge 103 dal titolo “Semplificazione dei controlli sulle attività economiche, in attuazione della Delega al Governo di cui all’art. 27, comma 1, della Legge 5 agosto 2022, n. 118”, in vigore dal prossimo 2 agosto.

Semplificazione significa impunità

Un termine suadente “semplificazione”, che nell’accezione del governo Meloni spesso significa allentamento dei controlli e deregulation. E anche il decreto 103 non sfugge alla regola. Il perché lo ha spiegato sempre Giordano durante il convegno “Una Repubblica fondata sul Lavoro ‘sicuro‘” che si è tenuto mercoledì alla Sala del Refettorio della Camera, organizzato dai Cinque Stelle.

Lavoro, ispezioni annunciate

“È stata introdotta la lista di conformità che premia le imprese ispezionate sul lavoro con un’immunità per un anno. Inoltre, per tutti i controlli sul lavoro si obbligano gli ispettori a dare un preavviso di dieci giorni. Praticamente la deterrenza di una sanzione è azzerata”, ha attaccato Giordano, “Se fosse un libro o un film potrebbe intitolarsi: cronaca di una amnistia annunciata, permanente e gratuita. E con qualche profilo di illegittimità costituzionale”.

“Ma chi è quell’imprenditore – prosegue Giordano – che dopo dieci giorni fa trovare agli ispettori dei lavoratori a nero? Come se ciò non bastasse, in caso di irregolarità, viene fatta una diffida e ci sono 20 giorni di tempo per mettersi in regola a costo zero”. In pratica, spiega un ispettore del lavoro, “ti lasciano il tempo per metterti a posto, senza elevare sanzioni”.

“Non bastasse”, continua, “con la patente a punti in edilizia e il Decreto del Ministro del Lavoro presentato ieri (mercoledì, ndr) si eleva a 100 punti la dotazione per alcune categorie di imprese che, dunque, per scendere al di sotto della soglia dei 15 punti, dovrebbero compiere una sequela di omicidi o reati molto gravi. Un intervento che grava sulle PMI imponendo altri oneri burocratici”.

“Sparita l’ipotesi di reato di omicidio sul lavoro”

E in tutto questo quadro “nulla è previsto rispetto alle vittime sul lavoro”, aggiunge il magistrato. Dopo ogni strage si invocano pene più severe e più controlli, “ma sta di fatto che il Parlamento non sta discutendo l’eventuale introduzione del reato di omicidio sul lavoro mentre, nel frattempo, è stata approvata la norma sull’omicidio nautico e financo sull’orsicidio, che oggi è punito con una pena detentiva e pecuniaria più alta delle lesioni gravi sul lavoro”.

“Per non parlare dell’istituzione di una Procura nazionale del lavoro, tema che è stato completamente rimosso dall’agenda politica”, denuncia, “Quelle compiute sono evidentemente delle scelte precise e sarebbe opportuno che venissero chiarite le ragioni di scelte che, per come sono state realizzate, appaiono volte a trasformare l’irregolarità in immunità e, dunque, in impunità”.

L’ispettore: “Vado a fare il bagnino abusivo”

Un altro ispettore, off the record, fa un esempio del “liberi tutti” imposto dal decreto: “Un articolo prevede che se sanzioniamo un’azienda per una somma inferiore ai 5mila euro”, spiega, “ma l’azienda in questione non era stata sanzionata nei 5 anni precedenti, questa non paga la sanzione. Il che è folle”. Ma la follia aumenta alla luce del fatto che la storia di ogni azienda (sanzioni comprese) dovrebbe essere racchiusa nel  fascicolo elettronico, uno per ogni società, “ma quei fascicoli li aspettiamo da anni ma ancora non esistono!”.  Tanto che l’ispettore scherza amaro: “Quasi, quasi vado a fare il bagnino abusivo, tanto non rischio nulla…”.

Le proposte del Movimento per la sicurezza sul lavoro

“Cara ministra Calderone hai azzerato qualsiasi strategia ispettiva, neutralizzato la funzioni deterrente e preventiva di controlli e prevenzione”, ha stigmatizzato il presidente del M5s, Giuseppe Conte, che al convegno ha illustrato le proposte M5S per garantire la sicurezza sul lavoro, soprattutto in relazione alla patente a crediti. “Serve un pacchetto sicurezza, che parta dalla riforma degli appalti e dei subappalti. Abbiamo sempre ritenuto che il rafforzamento dell’Ispettorato del lavoro fosse indispensabile. E serve una Procura nazionale del lavoro che possa in modo specialistico perseguire e vigilare sui reati. È fondamentale. Dobbiamo insistere per introdurre l’insegnamento della cultura della sicurezza nelle scuole secondarie”.

“La nostra posizione parte dal presupposto che è impensabile che nel 2023 ci sono stati 1041 vittime sul Lavoro”, ha proseguito Conte, “Non si tratta di singoli interventi, ma di un pacchetto di sicurezza”. “Quando ho sentito il motto di Meloni ‘non disturbare chi vuole fare’ ho pensato a una camera d’albergo, con il cartello do not disturb. Ma non si può dire a un’azienda ‘chiuditi in una stanza e nessuno ti viene a disturbare’. È un concetto declinato schizofrenicamente da questo governo”, ha concluso Conte.