Valeria Ciarambino, candidata Cinque Stelle alle regionali Campania, chiuderà la sua campagna elettorale in piazza Carità, a Napoli. Un riconoscimento al suo coraggio a sfidare un candidato forte come è l’attuale governatore Vincenzo De Luca è fornito dalla presenza di tutti i big del Movimento, Di Maio, Taverna, Patuanelli, Buonafede, Sibilia. Cancellieri, Tofalo, Todde. La partita in Campania è difficile, complessa, insidiosa, ma non è detto che la Ciarambino non ce la faccia e proprio da questa regione provenga quel segnale di riscossa e rinnovamento che i Cinque Stelle cercano ancora dopo le sconfitte alle regionali dello scorso anno e alle Europee.
I tempi della riscossa sono vicini per chi poi ha pagato un prezzo puramente politico come il ministro degli Esteri Luigi Di Maio che è finito in una quarantena volontaria e da cui è emerso con una nuova e forte consapevolezza del suo ruolo personale e di quello dell’intero Movimento. Questo incontro riveste un ruolo significativo perché dopo il 21 settembre, equinozio d’autunno, il Movimento entrerà in una fase veramente cruciale della sua storia e cioè si dovrà preparare a ridisegnare il proprio assetto di potere e organizzativo in occasione di quei Stati Generali da troppo tempo annunciati e poi ancora non realizzati, anche se di mezzo c’è stata l’epidemia.
Questo per dire a lor signori, ai padroni di vapori e vaporetti, che nonostante le tensioni, le asperità dialettiche, le visioni, ma anche gli spiriti diversi, il Movimento quando deve essere unito lo è veramente, al contrario di chi appare come un monolite corazzato ed invece è percorso da instabilità nascoste che si manifestano però alla prima occasione. I Cinque Stelle, anche tramite uno strumento come Rousseau, possono dialogare in diretta con i propri iscritti, e questo inevitabilmente porta a tensioni e scontri. Gli altri invece manovrano nel chiuso delle segreterie di partito con i metodi della vecchia e stantia politica della Prima Repubblica.
I grillini ci mettono la faccia in una regione che, come detto, è molto difficile per loro, come la Campania, ma che è anche, non bisogna scordarlo, la terra di origine dell’ex capo politico Di Maio e che quindi riveste per lui un significato certamente particolare ed in cui vorrà fare una buona figura. Dopo la chiusura campana e dopo il 21 settembre veramente sarà però necessario ripartire pur con le evidenti difficoltà e problematiche che si intrecciano inevitabilmente anche con il livello governativo.
Il premier Conte è stato presentato e voluto dai 5S, era uno sconosciuto, ma ha sorpreso tutti riscuotendo consensi non solo tra i grillini. E poi non ci scordiamo che ha gestito l’epidemia quando è scoppiata proprio in Italia. Dopo qualche incertezza ha preso in mano le redini dello Stato e lo ha condotto in sicurezza ed infatti da noi ci sono meno contagi che in ogni altro Paese equivalente in Europa. A questo punto anche lui dovrà dire “cosa farà da grande”: il tempo delle prove è finito ed in lui assistiamo al manifestarsi di una vera e inaspettata risorsa per la Repubblica.