La prima tranche è già arrivata: martedì scorso la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen ha inviato in Italia i primi 10 miliardi del gigantesco piano di aiuti deciso dall’Ue per combattere gli effetti della pandemia. Si tratta di parte dei 27,4 di prestiti agevolati, accordati all’Italia, per coprire i costi degli ammortizzatori sociali per il lavoro dipendente e altre misure analoghe per i lavoratori autonomi previsti dal programma Sure (acronimo di Support to mitigate Unemployment Risks in an Emergency), una delle tre “reti di sicurezza” messe in campo dall’eurozona, oltre al Recovery Fund. Senza contare ovviamente il bazooka della Bce.
Gli altri due strumenti sono le linee di credito del Mes (che non ha ancora erogato un centesimo perché nessun Paese lo ha richiesto) e i prestiti della Banca centrale (Bei). L’Italia, con una lettera firmata dal titolare dell’Economia Roberto Gualtieri e dalla ministra del Lavoro Nunzia Catalfo, ha fatto richiesta di fruire del programma di cassa integrazione europea per tempo, già ad agosto: “L’economia italiana è stata gravemente colpita dalle misure di blocco introdotte dalla fine di febbraio, molto efficaci nel contenere la diffusione del virus ma con un forte impatto negativo sull’economia e sul sistema sociale. Una situazione che terrà la produzione al di sotto dei livelli normali per un po’ di tempo, con gravi rischi di disoccupazione. Di conseguenza il governo sta cercando di prolungare le misure di sostegno”, si legge nella missiva all’Ue, accompagnata da un allegato che riassume sinteticamente le informazioni sulle spese effettive e programmate relative alle misure ammissibili al sostegno finanziario della Commissione.
Con le risorse del programma si copriranno parte delle spese per gli ammortizzatori sociali messi in campo fino ad oggi con i decreti legge Cura italia, Liquidita, Rilancio e Ristori. Le emissioni dei prestiti obbligazionari di Sure sono qualcosa in meno di un trasferimento a fondo perduto – perché i prestiti vanno restituiti nel tempo – ma hanno delle caratteristiche che li differenziano profondamente dai vecchi programmi di sostegno finanziario delle istituzioni europee: si tratta di prestiti a tasso zero o quasi. prestiti del Sure sono più vantaggiosi per il nostro Paese rispetto all’indebitamento attraverso i suoi titoli di Stato: i 17 miliardi complessivi raccolti nel giro di 24 ore sul mercato da Bruxelles, infatti, sono frutto di due tranche di obbligazioni una a dieci anni e l’altra a venti, la prima delle quali ha un rendimento negativo di 23 punti base.
Il che vuol dire che vengono forniti agli stati, sotto forma di prestiti back-to-back 102,3 euro e ne dovranno restituire 100. Questo consentirà un risparmio di 5,5 miliardi di interessi nei quindici anni di durata del finanziamento richiesto, come ha sottolineato il ministro Gualtieri. L’Italia sarà il maggior beneficiario di questi interventi, al secondo posto la Spagna (21,3 miliardi), poi la Polonia (11,2 miliardi) e il Belgio (7,8 miliardi). “Questo non è che l’inizio – ha assicurato Von der leyen – Mentre l’Europa si prepara ad affrontare un inverno difficile, ricordiamo che l’emissione di obbligazioni sociali Sure è stata ben più di un’operazione di mercato di successo: si è trattato di un enorme voto di fiducia nel piano di ripresa dell’Ue”.