Dal “buco” di Rai News 24 sulle elezioni francesi (alle quali è stato preferito il festival delle “città identitarie” di Pomezia), ai fischi rivolti al ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, tramutatisi miracolosamente in applausi (ne servizio affidato ad una produzione esterna), fino al direttore della stessa Rai News 24 – il meloniano, Paolo Petrecca – che si lamenta con i suoi giornalisti perché “i cronisti fanno domande scomode al ministro”, quindi bisogna cambiare registro, in Rai ormai succede di tutto e di più. Tutto materiale destinato a finire sul tavolo della Commissione di Vigilanza, la cui prima riunione utile è stata convocata per il 16 luglio. Quel giorno in aula ci sarà anche Dario Carotenuto (M5S), che promette battaglia.
Carotenuto, sarà una seduta scoppiettante, considerato il numero di episodi all’ordine del giorno…
“C’erano tutte le premesse! C’è un atteggiamento privo di freni inibitori ormai in Rai. È come se gli attuali vertici si sentissero nei pieni poteri di poter fare della Rai qualsiasi cosa. E questo denota mediocrità. Paradossalmente, potrebbero ottenere risultati migliori in termini di censura e controllo, se agissero in maniera meno eclatante. E invece è come se fossero tutti in competizione tra di loro per essere più servili. E finiscono per eccedere”.
Tra i tanti episodi qual è stato secondo lei il più grave in questi anni?
“Scelta difficile… Devo dire che in Vigilanza Rai abbiamo vissuto quello show di Maurizio Gasparri (quello della carota, contro Report, ndr) come qualcosa di incredibile. Era evidente che avesse qualcosa da nascondere… Vige un atteggiamento proprietario sia nei confronti delle istituzioni che dell’azienda. E questo è inaccettabile in qualsiasi altro Paese democratico. Invece da noi passa come un episodio folcloristico”.
Lei ha chiesto le dimissioni del direttore Petrecca…
“Certo, ha fatto un uso privato del mezzo pubblico, siamo sempre là. È incredibile poi che questa azienda usi due pesi e due misure in maniera così smaccata. Punisce Serena Bortone con 6 giorni di sospensione per un supposto danno di immagine. E poi succede che Petrecca decida di non mandare il secondo turno delle elezioni francesi – tra l’altro avendo a Parigi una redazione, con uno sperpero di risorse incredibile – per trasmettere una produzione esterna, coprendo, secondo il Cdr ,un evento ‘non scevro da interessi e legami personali’…. (che Petrecca ha contestato con un esposto all’Ordine e annunciando querele, ndr)”.
Altro caso, i fischi spariti di Sangiuliano…
“Lì la toppa è stata peggio del buco. Devi controllare ciò che metti in onda e non puoi scaricare la colpa sul service, l’ultima ruota del carro! Questa gente non è autorevole, è solo autoritaria. Esercita il potere col fine di essere il miglior lacché di chi comanda, sperando di avere qualche benefit”.
Altro spunto non male è il direttore (sempre Petrecca) che esorta i redattori a cambiare registro col ministro…
“Ripeto nessuna azienda pubblica di un Paese normale può tollerare un direttore come Petrecca. Non ultima, la denuncia all’Ordine dei giornalisti contro il Cdr di Rai News. è inaccettabile che questo canale, che già si era distinto per i comizi in campagna elettorale in diretta di Meloni & C., oggi peggiori ulteriormente, piegando il servizio pubblico alle necessità di governo”.
Petrecca deve dimettersi?
“No, deve essere proprio licenziato per giusta causa!”.
Al di là di Petrecca e Rai News, che sono la punta dell’iceberg, è in tutta la Rai che si respira una pessima aria…
“È chiaro. Però se Petrecca può fare tutto ciò, è perché in azienda si respira un’aria che ti permette di farlo. E questa è colpa dell’attuale dirigenza. Ma anche il Pd non è esente da colpe: l’alibi che hanno costoro e che anche gli altri hanno fatto così. E il Pd non può fare l’anima bella, perché tutt’ora ha un Tg a sua disposizione. È per questo che poi quando loro fanno i sit-in, noi M5s non ci andiamo. Non puoi dire che non parteciperai alla spartizione del Cda, quando poi, appena ne hai la possibilità, ti prendi quello che vuoi”.
E come se ne esce?
“Abbiamo questa direttiva Ue che ci chiama a cambiare la legge sulla governance. Nella XVII legislatura è stata presentata la Legge Fico che prevedeva il sorteggio dei consiglieri, un principio democratico. Anche il Pd sta presentando una sua proposta di riforma che prevede una fondazione. Sono tutte scelte che possono andare bene. Poi spero che arriveremo a un lavoro comune. Ciò che auspico è che Meloni abbia la lungimiranza di dire: ok, dalla prossima legislatura vogliamo un Cda libero dai partiti, con queste nuove regole.
L’importante è abrogare la legge Renzi?
“La legge Renzi è già morta, a meno che non vogliamo andare in procedura di infrazione”.
Non sorprenderebbe…
(ride) In effetti della Rai tutti hanno fatto carne di porco…