Se fosse solo una questione di coordinamento, chimera inseguita dal lontano 1981, non ci sarebbero problemi. “Ma proprio perché parliamo di un progetto che risale a quell’anno, adesso qualche preoccupazione c’è”. Nicola Tanzi, segretario generale del Sap (Sindacato autonomo di polizia), accetta la filosofia di base che percorre il piano Cottarelli. Ovvero quella di realizzare un coordinamento tra le forze addette all’ordine pubblico. Il fatto è che se ne parla da più di trent’anni, senza che si sia mai arrivati a un risultato apprezzabile. Anzi, tra Polizia, Carabinieri e tutte gli altri settori del comparto sicurezza c’è stata un’involontaria gara a chi ha subìto più tagli. Per questo adesso, quando Cottarelli parla di coordinamento, è lecito dubitare della sostanza delle proposta. Fino al punto di immaginare che dietro all’espressione possa celarsi l’ennesimo taglio. “Parliamoci chiaro”, premette con realismo Tanzi, “oggi l’Italia non si può permettere cinque forze come Polizia, Carabinieri, Guardia di Finanza, Forestali e Polizia penitenziaria”. Nei fatti molto spesso “ognuno gira per i fatti suoi con doppioni e duplicazioni varie”. Un esempio? “In una grande città mediamente esistono cinque sale operative, tante quante sono le forze di polizia. Ebbene, basterebbe “una sala operativa unica per rendere più efficiente il sistema. Solo che gli esperimenti finora realizzati si sono rivelati in vero fallimento”.Certo, prosegue Tanzi, se con coordinamento si intendesse, una volta per tutte, “una suddivisione più razionale delle forze sul territorio non ci sarebbero problemi”. Il punto, che per il Sap deve essere chiaro, “è che non è più possibile effettuare tagli”. E quindi non sarebbe accettabile che dietro al velo del coordinamento si nascondesse l’ennesima operazione in tal senso. Eppure nel piano Cottarelli, nel capitolo relativo al ministero della Difesa, si parla di coordinamento in vista di “riduzione degli organici”. Certo, vista la collocazione parrebbe trattarsi dei Carabinieri, il cui corpo dipende proprio da quel dicastero. Ma le esperienze recenti, purtroppo, non lasciano dormire sonni tranquilli. E soprattutto non lasciano ben sperare su quelle operazioni di razionalizzazione che pure le stesse forze dell’ordine sarebbero disposte ad accettare.
24/12/2024
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