Come ha certificato l’Istat sul Superbonus, ovvero come già spiegato da Eurostat e più volte ribadito dal Movimento Cinque Stelle, primo sponsor della misura, i bonus edilizi non hanno avuto alcun effetto sul debito pubblico.
“Solitamente anche ripetendo mille volte una bugia questa non diventa vera, rimane sempre una bugia. In Italia invece questo principio non sempre funziona: sempre più spesso infatti succede che reiterando a reti e giornali unificati una balla si finisca per scambiarla per verità”, recita un post di Niccolò Morelli rilanciato sul blog di Beppe Grillo.
Secondo Meloni e Giorgetti il Superbonus avrebbe causato un fantomatico buco di 120 miliardi nel bilancio dello Stato
La bugia, diffusa dal ministro draghiano dell’Economia Giancarlo Giorgetti e dalla premier Giorgia Meloni, riguarda le responsabilità del Superbonus nella creazione di un fantomatico buco di 120 miliardi nel bilancio dello Stato e di aver pesato sulle spalle di ogni italiano per più di 2.000 euro.
Bugie che i dati forniti dalla Guardia di Finanza, dal Censis e da Nomisma hanno già provveduto a smontare. Ma tanto accanimento nei confronti della misura del M5S che ha fatto da volano all’edilizia e al Pil si può giustificare solo in un modo. “L’unica vera colpa che può essere attribuita ad un’ottima idea come il Superbonus – si legge sempre sul blog di Grillo – è quella di essere venuta in mente al partito sbagliato”.
La verità sui bonus edilizi è nei numeri diffusi dall’Istat
Ritornando ai dati Istat, il ricalcolo dei bonus edilizi per il 2022 ha portato il deficit in rapporto al PIl all’8% ma ha anche – ed è quello che i detrattori della misura volutamente fingono di ignorare – liberato spazio fiscale, ovvero messo a disposizione del governo un tesoretto che si può stimare in una forchetta che va dai 15 miliardi per il prossimo anno ai 40 entro il 2025. Ma soprattutto i dati Istat dimostrano, come ha scritto il leader del M5S Giuseppe Conte, che non c’è nessun buco di bilancio, nessuna bolla, nessun debito aggiuntivo.
Anzi, è vero l’esatto contrario: grazie alle politiche espansive del governo Conte messe a terra nel 2020, tra cui il Superbonus e la cessione dei crediti d’imposta, il Pil 2021 risulta cresciuto addirittura del 7% e il debito pubblico sta diminuendo più velocemente del previsto, proprio grazie alla crescita del Pil. Grazie alle coraggiose politiche di investimento del governo giallorosso, complessivamente, il debito pubblico è dato in discesa dal 155% del 2020 al 144,7% dello scorso anno con una diminuzione di più di 10 punti.
Si stima una dote di 15 miliardi l’anno da qui al 2025
Ebbene sulla crescita del Pil – tanto nel 2021 – quanto nel 2022 (+3,7%) ha “pesato” il settore delle costruzioni che lo scorso anno è cresciuto del 10,2%, proprio grazie ai tanto vituperati bonus edilizi. Sul metodo di ricalcolo Conte spiega ancora che l’intervento dell’Istituto di statistica produce un incremento del deficit 2021 (dal 7,2 al 9%) e 2022 (dal 5,6 all’8%), in conseguenza di nuove regole contabili fissate solo adesso da Eurostat. Regole che non c’erano nel 2020 e negli anni a seguire, durante i quali peraltro era sospeso il Patto di stabilità e crescita.
“All’epoca il nostro Governo ha rispettato alla lettera ogni regola contabile vigente. Tutti i nostri documenti di finanza pubblica sono stati approvati dall’Europa, quella stessa Europa che ha elogiato più volte il Superbonus”.
Ad ogni modo l’impatto sul deficit 2021 e 2022, come risultato di queste nuove regole contabili, non rappresenta un maggior deficit, ma solo una sua diversa distribuzione: impatto anticipato, rispetto a una distribuzione nel tempo. Anzi, il fatto che l’incremento abbia riguardato gli anni pregressi fa sì che adesso per gli anni futuri si sia liberato spazio fiscale, il famoso tesoretto di cui parlavamo sopra. La balla del debito sulle spalle di ogni italiano viene definitivamente spazzata via.