Noi romani siamo “gente di quartiere”: amiamo la nostra città ma ci identifichiamo prima nella nostra zona, nei nostri rioni di appartenenza. Per questo ai municipi in cui è divisa la Capitale non è facile affezionarsi o semplicemente abituarsi. Colpa anche dello scarsa capacità dei municipi stessi nell’affontare i problemi concreti. Quelli che impattano sulla vita di tutti i giorni. Se a questo aggiungiamo che le risorse sono poche, il distacco è inevitabile. Una controprova? Andiamo in giro a chiedere chi è il minisindaco di un qualunque municipio, magari di quelli con più di 250mila abitanti (come città delle dimensioni di Catania per intenderci) e difficilmente troveremo qualcuno che sappia risponderci. Ad aumentare questa disaffezione è la percezione di una gestione senza criterio. Percezione in molti casi fondata, come emerge da una ricognizione nei municipi della città dopo i primi otto mesi dei 5 Stelle in Campidoglio e al timone di 12 delle 15 circoscrizioni (i municipi 1 e 2 sono del Pd e il 10 commissariato). Il bilancio è negativo: molte attività sono paralizzate prima di tutto per l’inefficienza amministrativa. Oltre ai disagi di strade dissestate e sporcizia diffusa, ecco quali sono i problemi più frequenti.
Bandi mancati -Nonostante le promesse elettorali, non c’è traccia dei bandi per alcuni servizi essenziali. Emblematico è il caso del Municipio 1, rimasto senza bando per la gestione di Piazza Navona durante le feste natalizie, con la conseguente drastica diminuzione delle tradizionali bancarelle, e soprattutto, nessuna proroga concessa al Mercato Coldiretti al Circo Massimo. Una scelta che potrebbe privare la città di prodotti di alta qualità e a chilometro zero (nonché dei banchi dei prodotti solidali per le popolazioni colpite dal terremoto) e 300 posti di lavoro. Stessa sorte al Municipio 5 per il Cinema L’Aquila, che avrebbe dovuto festeggiare l’apertura a ottobre. Nel municipio 12 sono scaduti i termini dell’appalto da 150 mila euro per la riqualificazione del verde alla Stazione Quattro Venti. Anche nel Municipio 11 la giunta ha de-finanziato la pulizia del Parco Ruspoli per 500 mila euro: non volevano essere da meno rispetto ai vicini di Monteverde. Ma nel derby tra simili non si può non citare il caos sull’ospedale Forlanini, a via Portuense. Il 6 Febbraio il Consigliere regionale pentastellato Davide Barillari ha incontrato i Comitati per salvare l’ospedale, promettendo un dialogo tra la Regione (alla quale compete la sorte delle Strutture sanitarie) e il Comune. Peccato che Barillari non sapeva che a Ottobre la giunta capitolina capitanata dai suoi colleghi di partito aveva respinto la mozione del candidato Martelli della Lista Marchini che chiedeva esattamente lo stesso tavolo di confronto. Ma si sa, l’opposizione è brutta e cattiva.
Immobilismo – Ci sono poi i problemi dimenticati. Rimanendo in dodicesima circoscrizione, questa settimana la frana di via Solari compie due anni. Nel quinto municipio centinaia di cittadini hanno firmato la “Petizione Tor Pignattara allo sbando”, per far ripristinare i trasporti pubblici, la rimozione dei rifiuti e lo spostamento del Sert. Stessa lettera di protesta è arrivata dai cittadini del municipio 4 per la drammatica situazione dei topi a Pietralata. Per tutta risposta la presidente Roberta Della Casa ha imposto il bavaglio alle minoranze, con una lettera del 25 ottobre in cui si chiede ai consiglieri di opposizione di non rivolgersi agli uffici per rappresentare i problemi dei cittadini. La logica non fa una piega: non sappiamo risolvere i problemi allora impediamo anche agli altri di farlo. Democratico.
Rischio salute – Non vanno poi dimenticati i “fortunati” residenti del municipio 7: roghi tossici del campo rom La Barbuta, record municipale di buche a Via Furio Camillo (con 40 cause di risarcimento danni al comune) e insediamenti abusivi a Vermicino e Casal Morena. Al municipio 9 la situazione è peggiorata da quando è spuntato un nuovo centro di accoglienza a Via di Decima per migranti e richiedenti asilo nel Residence “Eur Torrino” a pochi metri dallo Spar di Mostacciano, causando proteste da ogni parte politica e dai Comitati di Quartiere che temono i “due ghetti a poca distanza”. Arriviamo al quindicesimo municipio, dove Via della Farnesina resta chiusa da settembre e gli abitanti del Palazzo crollato sul Lungotevere Flaminio restano abbandonati senza alcuna forma di aiuto. Proteste anche nella tredicesima circoscrizione dove la presidente Giuseppina Castagnetta si è rivolta per mesi all’Acea per ripristinare l’illuminazione di alcune importanti strade accorgendosi solo una volta risolto il problema (da altri) che la competenza di quelle zone è dell’Ater. Nessuno invece risolve il problema del restauro di Forte Boccea. Nel municipio 2 i consiglieri di minoranza a 5 Stelle hanno chiesto la centralizzazione dei residui di mensa, ovvero i pochi soldi che avanzano alle scuole dovrebbero essere tolti all’amministrazione scolastica per tornare nelle casse comunali. In undicesima circoscrizione la scuola Graziosi non è stata riqualificata come promesso, e nello stesso territorio è stato sfrattato il centro diurno per disabili Magliana. Stessa sorte è toccata agli anziani del municipio sesto, sfrattati dal Centro di Collina della Pace, dove non sono mancatre le proteste. Ma nel municipio 14 la Giunta ha tagliato il 30% delle ore Aec per l’assistenza ai disabili, e come accade in tutta la città, l’assessore al Sociale, Angelo Diario, rifiuta il confronto con i genitori dei ragazzi portatori di handicap.
Far west ambulanti – Altro grande guaio è il commercio. In diversi municipi i Cinque Stelle in particolare sono passati dal “No ai Tredicine di turno” a favorire la stessa famiglia che conta 6 su 10 bancarelle natalizie di Piazza Navona, oltre a una sorta di monopolio del commercio ambulante. Rilevante anche il “no al centro di accoglienza nel secondo municipio” tradotto poi nell’apertura del centro sulla Tiburtina (che ha causato non poche proteste); le occupazioni di suolo pubblico revocate a Ponte Milvio dopo gli slogan “più spazio al commercio regolare meno spazio all’abusivismo” della campagna elettorale del municipio 15 (gli ambulanti abusivi possono stare tranquilli che a loro non li sposta nessuno); l’abbandono del Parco del Tevere in undicesima circoscrizione; il mancato spostamento del Mercato di Via Urbano II in tredicesima; la mancata riapertura della Stazione Val D’Ala (chiusa dal 2014) in terza. Gli abitanti del Municipio 3 possono inoltre dimenticare le promesse di lavori sul Viadotto dei Presidenti, di riqualificazione degli spazi pubblici al Tufello e Vigne Nuove e della fantomatica palestra a via Giulio Pasquati. D’altronde, la giunta guidata da Roberta Capoccioni ha vietato la partecipazione alle sedute pubbliche ai giornalisti, impedito lo streaming tanto decantato e avallato la decisione di tutti gli assessori di non presentarsi ben 4 volte su 4 ai “Question Time” per il confronto con le opposizioni.
Cantieri ko – Degno di nota è il caos del municipio 8 guidato dal precario Paolo Pace, che si è presentato con un programma elettorale specifico: blocco dei costruttori che stanno costruendo da anni palazzi su palazzi a Grottaperfetta, azzeramento del vecchio progetto dei Mercati Generali e lotta all’occupazione. Ma la lotta intestina tra la fazione vicina a Raggi-Frongia e la fazione Berdini ha di fatto causato una netta inversione di tendenza: Occupati edifici pubblici (vedi Alexis), dialogo con i costruttori (Pace teme la denuncia per danno erariale e fa marcia indietro) e possibile sblocco dei progetti per i mercati. Inutile aggiungere che l’appartenenza a correnti opposte dei due assessori in questione (Chiara Pascolini all’Urbanistica sta con Berdini mentre Giuseppe Morazzano ai Lavori Pubblici sta con Frongia) causa lo stallo assoluto della giunta sui “temi caldi” poiché è impossibile per i due definire ordini del giorno congiunti.
Parentopoli – Noi romani siamo “gente di cuore”. E anche nei municipi l’amore per la famiglia viene prima di tutto. Basti citare la moglie del Presidente del Consiglio Comunale Marcello De Vito, assessore al terzo municipio; la moglie del Consigliere Comunale Daniele Diaco addirittura Presidente del Municipio 12; e la moglie dell’assessore comunale ai Trasporti Enrico Stefano, assessore alla settima circoscrizione. Anche il quattordicesimo regala soddisfazioni: il presidente Alfredo Campagna era compagno di classe del marito di Virginia Raggi mentre l’assessore ai Servizi Sociali Drakula Maggi è compagno della deputata Federica Daga. Maggi è protagonista di una meravigliosa storia di conflitto di interessi: storico factotum della famosa Ex Lavanderia, ora detiene la delega per occuparsene. Neanche a dirlo, gli occupanti abusivi continuano a creare bar, sagre e osterie senza alcun controllo. Un vero e proprio centro sociale a spese dei romani. Ma il conflitto di interessi è arrivato anche in ottava circoscrizione pochi giorni dopo le elezioni. Il vicepresidente Massimo Serafini è stato “beccato con le mani nella marmellata” essendo direttore di Confservizi Lazio, guarda caos la stessa azienda incaricata di gestire le gare per l’ente locale. Dimissioni politiche? Neanche per scherzo, si è limitato a lasciare il posto in azienda. Si sono dimessi invece due consiglieri al quattordicesimo municipio per “stipendio troppo basso”. Anche in altre circoscrizioni non mancano assessori dimissionari o “epurati”: quelli ai Lavori Pubblici e Cultura in ottavo; quella al bilancio in quarto; ai Lavori Pubblici in sesto. In quinto manca l’assessore all’Ambiente non pervenuto. Come il governo della nostra Roma.
Riceviamo e pubblichiamo:
Gentile direttore, nell’articolo apparso il 15 febbraio scorso su La Notizia, dal titolo “Altro che 43 guai risolti a Roma. Ecco i veri problemi dei municipi” si asserisce che al quattordicesimo municipio l’assessore ai Servizi Sociali Drakula Maggi è compagno della deputata Federica Daga. Chiedo una rettifica di quanto da voi scritto, in quanto io Federica Daga non sono la compagna del Maggi. Cordialità,
Federica Daga
deputata