Per rendersene conto basta scorrere qualche agenzia: c’è Adnkronos che ci informa che Matteo Salvini ha promesso di togliere il canone Rai, c’è l’Agi che riporta la frase con sui Salvini promette “il superamento della legge Fornero costi quel che costi”, ce n’è un’altra che ci fa sapere che Salvini è contrario alla vendita della compagnia aerea Ita perché “l’Italia non può fare a meno di avere una compagnia di bandiera”.
Nella maggioranza in troppi sgomitano per apparire. Oltre a Salvini pure Forza Italia gioca al rialzo
Se oggi atterrasse in Italia il corrispondente di qualche giornale straniero crederebbe che Matteo Salvini non sia semplicemente un ministro alle Infrastrutture ma sia il presidente del Consiglio designato dal Presidente della Repubblica. Oppure potrebbe credere che la linea del governo Meloni la faccia Salvini durante le sue dirette sui social.
Salvini riprende da dove aveva lasciato, quando da vice presidente del Consiglio nel primo governo Conte trascorreva le sue giornate nel tentativo di svuotare l’esecutivo di cui faceva parte per aumentare i propri consensi. Giorgia Meloni ne era consapevole ma nessuno prevedeva che il logoramento sarebbe partito così presto, senza nemmeno dare il tempo di un assestamento.
Ma non è solo l’egomania di Salvini il problema. Basta osservare il dibattito tutto interno alla maggioranza sulla norma anti rave per rendersi conto dell’aria che tira. Ieri Francesco Paolo Sisto, viceministro alla Giustizia vicinissimo a Berlusconi, a 24 Mattino su Radio 24, si è affrettato a spiegare che “la norma è in un decreto legge ed è evidente che poi passa al vaglio del Parlamento. Una norma per sua stessa natura soggetta poi alla modifica, con l’intervento del dibattito parlamentare”, lasciando trapelare la posizione non convinta dei berlusconiani.
Passano solo poche ore e il sottosegretario leghista Nicola Molteni smentisce l’alleato: “La norma è chiara, oggi c’è un’intervista del Ministro che specifica le situazioni in cui agirà: la legalità non è né di destra né di sinistra. Il Parlamento potrà fare quello che vuole, è sovrano. La Lega difenderà questa norma”.
Che la difenda da un suo alleato è un dettaglio che è difficile farsi sfuggire. Andrea Ostellari, sottosegretario alla Giustizia, in quota Lega, in parte smentisce il suo leader di partito Matteo Salvini. “In sede Parlamentare è anche normale che ci sia un dibattito. Se c’è qualche virgola da apporre lo si faccia, non c’è problema”.
“Salvini ha detto che il testo non si cambia? Io dico lasciamo che il dibattito si faccia e poi vedremo”. Ma non è tutto perché sempre sulla norma anti rave party il ministro all’Interno Matteo Piantedosi (controfigura di Salvini) aveva rilasciato un’intervista in cui si diceva quasi offeso che si potesse pensare che quella legge potesse essere usata per altro.
Anche qui bastano poche ore per assistere alla scelta della maggioranza che si smentisce da sola: ospite a L’aria che tira il deputato di Fratelli d’Italia, Federico Mollicone ammette l’estensione dell’applicazione della legge. “Se l’occupazione di un edificio – spiega Mollicone – è a danno della proprietà privata o pubblica ed è pericolosa, la norma va applicata. Non verrà applicata invece alle scuole occupate, anzi diamo la solidarietà agli studenti che lo fanno pacificamente. Io le scuole le occupavo per il diritto allo studio ed ero il referente di una giovane Giorgia Meloni”.
Stesso copione per il reintegro dei medici non vaccinati. Nel pomeriggio è il senatore di Forza Italia Maurizio Gasparri a tuonare con un tweet: “Sinceramente i medici #novax , a parte chi avesse delle incompatibilità accertate, mi lasciano perplesso. È come se un militare fosse per il disarmo o se un pilota non volesse salire su un aereo per paura del volo #vaccini”, scrive Gasparri.
Difficile non collegare l’uscita di Gasparri alla polemica che travolge il centrodestra partendo dalle dimissioni di Letizia Moratti in Lombardia. La maggioranza è sfilacciata e non si è ancora affrontato nessun tema che conta davvero come lo scostamento di bilancio per le bollette, la firma del fisco e delle pensioni. Ora si può solo peggiorare.