Prima il rogo probabilmente doloso dell’impianto di trattamento biomeccanico dei rifiuti al Salario, proprio a pochi giorni dal Natale. Poi le feste, tra scatoloni dei regali e resti dei cenoni. Che Roma si sarebbe trovata a vivere un’emergenza immondizia, tra l’altro nel periodo più complicato dell’anno, era scontato mentre non lo era il fatto che, per due giorni e cioè da Natale a Santo Stefano, si è assistito a continui roghi dei cassonetti.
Atti dolosi che hanno interessato l’intera area della Capitale, da nord a sud, tanto al centro quanto in periferia, e che hanno aggravato una situazione già complicata. E indigna sapere che mentre la sindaca cercava di rendere minori possibili i disagi, tra l’altro riuscendoci perché la situazione è in linea con quella tipica del periodo, qualcuno ha pensato bene di appiccare le fiamme.
Sono davvero poche le zone che non sono state interessate da questi atti vandalici travestiti da proteste. Perché è chiaro che il malcontento dei cittadini è lampante e che la città stessa sia in sofferenza ma questo tipo di danneggiamenti non fanno altro che peggiorare la situazione tra l’altro creando pericolose esalazioni, odori nauseabondi e creando un danno economico.
In previsione dell’emergenza che la città avrebbe dovuto affrontare, specie considerando che il Natale è il periodo dell’anno in cui si tocca il picco della produzione dei rifiuti, la sindaca Virginia Raggi aveva promesso interventi straordinari. Per questo i mezzi di Ama e 2000 dipendenti hanno lavorato anche sotto le feste. Anche l’impianto di trattamento meccanico-biologico di Rocca Cencia, ha operato senza sosta.
A parlare di roghi dolosi è stato il portavoce dell’Assemblea Capitolina e presidente Commissione IV Ambiente, Daniele Diaco secondo cui: “A Natale dovremmo essere tutti più buoni. Invece, c’è chi ha dato alle fiamme i cassonetti”. Un malcostume che ha radici lontane perché, tra il 2008 e il 2016, sono stati incendiati 640 cassonetti. Numeri che suggeriscono come il problema dell’immondizia, nonostante le strumentalizzazioni, è un tema caldo e inaffrontato da oltre un decennio.