Il conteggio dei delegati diventa ora fondamentale. Alle primarie Usa 2016, tra uno slogan e l’altro, serve ora il pallottoliere: dopo i risultati del Wisconsin, con i successi di Ted Cruz tra i repubblicani e Bernie Sanders tra i democratici, per aggiudicarsi la nomination è infatti necessario raggiungere una soglia di sicurezza in termini di delegati. I grandi favoriti dei giorni scorsi, Donald Trump e Hillary Clinton, sembrano in fase discendente. Certo, conservano un buon margine di vantaggio: specie nel caso dell’ex First Lady. Ma per lo scatto verso la vittoria serve qualcosa di più. Anche per iniziale al meglio la campagna elettorale per le presidenziali.
Conteggio dei delegati repubblicani
Donald Trump ha riportato una importante serie di successi in vari Stati. Ma la soglia dei 1.237 delegati necessari alla candidatura è ancora lontana: attualmente ne può vantare 742 rispetto ai 496 di Ted Cruz, reduce dalla vittoria nel Wisconsin che ha ridato vigore alle sue ambizioni. O comunque ha arrestato la performance del miliardario che si sentiva già al riparo da brutte sorprese. In palio ci sono ancora Stati molto pesanti, come New York (95 delegati), California (172) e Pennsylvania (71), che possono incidere molto sul risultato finale. Il governatore dell’Ohio, John Kasich, resta in corsa solo formalmente con 143 delegati. La sua ambizione alla convention di chiusura delle primarie Usa 2016 è quello di far convergere su di sé il sostegno del partito in un’ottica anti-Trump. Insomma il super ricco che sogna la Casa Bianca dovrà sudare per conquistare la nomination.
I delegati democratici
Hillary Clinton ha già portato a casa 1.743 delegati (tenendo presenti anche i cosiddetti superdelegati): per ottenere la maggioranza deve raggiungere quota 2.383. Un traguardo non lontano, considerando anche che il rivale Bernie Sanders è a 1.056. Ma il voto delle primarie Usa 2016 sta rivelando come nei fatti la moglie dell’ex presidente Bill Clinton faccia fatica a entrare nel cuore dell’elettorato democratico, che in molti casi finisce per preferirgli un candidato decisamente più a sinistra nelle posizioni politiche. Probabilmente l’obiettivo di Hillary è di chiudere la partita entro fine aprile con i successi a New York e Pennsylvania che le consentirebbero di avvicinarsi al trionfo matematico. E potrebbe quindi soffermarsi maggiormente sui contenuti delle elezioni per la Casa Bianca. Evitando pure lo stillicidio di “piccole grandi sconfitte” rimediate da Sanders.