Dall’inizio della pandemia sono aumentate a dismisura le fake news. Un fenomeno inquietante. Al punto tale da essere monitorato con attenzione dalle stesse agenzie di intelligence. Con simili notizie c’è chi ha tentato anche di influenzare le scelte del Governo. Una piaga in cui un ruolo pesante, come sostengono sempre gli 007, l’avrebbero avuto in Italia gli estremisti.
IL PUNTO. Il premier Mario Draghi ha presentato al Parlamento il rapporto (qui il documento) che viene periodicamente stilato sulla politica dell’informazione per la sicurezza, sottolineando che il Covid ha agito su più piani, abbattendosi sulle economie e sul commercio internazionale, condizionando le dinamiche geopolitiche, aggravando “vulnerabilità sistemiche e tensioni sociali”, dilatando gli spazi per manovre ostili e gli “inserimenti strumentali di vario segno e matrice”.
Per quanto riguarda nello specifico le fake news, gli 007 hanno lanciato l’allarme su quella che definiscono minaccia ibrida, caratterizzata “da costanti tentativi di intossicazione del dibattito pubblico attraverso attività di disinformazione e/o di influenza, nel contesto di più ampie campagne ibride”, ovvero che vengono veicolate su campi diversi, da quello diplomatico a quello militare, da quello economico e finanziario a quello dell’intelligence.
I servizi segreti hanno infatti registrato una elevatissima produzione di fake news e di narrazioni allarmistiche, sfociate in un surplus informativo, definito infodemia, considerato di difficile discernimento per la collettività. “Fattore di rischio intrinseco al fenomeno della disinformazione online – si legge nella relazione – ha continuato a risiedere nelle logiche e negli algoritmi alla base dello stesso funzionamento dei social media, tendenti a creare un ambiente autoreferenziale ed autoalimentante, fondato sulla condivisione dei contenuti e delle relazioni di interesse che, polarizzando l’informazione disponibile, ne alimenta quindi la percezione parziale e faziosa”.
Una piaga a cui ha prestato attenzione la stessa Ue e che ha portato a scoprire un utilizzo combinato, “da parte dei principali attori ostili di matrice statuale”, di campagne disinformative e attacchi cibernetici, volti a sfruttare l’onda emotiva provocata dalla crisi sanitaria, nel tentativo di trasformare la pandemia in un vantaggio strategico di lungo termine, anche attraverso manovre finalizzate ad influenzare l’opinione pubblica ed i processi decisionali nazionali, nonché a danneggiare gli assetti economici italiani.
I SOVVERSIVI. A sfruttare le fake news per il proprio tornaconto, in Italia, sarebbero poi stati l’estrema destra, gli anarco-insurrezionalisti, i marxisti-leninisti e le varie realtà del movimento antagonista. Gli anarchici, come appurato dall’intelligence, hanno intensificato sul web i messaggi istigatori contro la “militarizzazione” del territorio e l’asserita volontà dello Stato di enfatizzare la pericolosità del virus per promuovere il “controllo sociale”.
A preoccupare è stata però soprattutto la destra radicale, che proprio con l’emergenza coronavirus ha lanciato vere e proprie campagne di disinformazione e teorie cospirative, accompagnate a retoriche ultranazionaliste, xenofobe e razziste, oltre che a interventi propagandistici dai toni accesi antisistema. Tutto “nel tentativo di sfruttare il tema del disagio economico correlato alla crisi e guadagnare consensi tra le categorie sociali più in difficoltà, con riguardo soprattutto ai cittadini delle periferie urbane”.