Famiglie indebitate sempre di più in Italia: la denuncia e l’allarme arrivano dalla Cgia di Mestre che ha presentato un quadro davvero complicato per molte città. In testa c’è Milano con Agrigento, invece, messa meglio.
Famiglie indebitate con le banche in aumento: si parte da Milano
Le famiglie italiane sono sempre più indebitate con le banche ed il numero cresce giorno dopo giorno. L’allarme è stato lanciato da Cgia di Mestre che ha denunciato i debiti bancari in capo a tutte le famiglie italiane sul livello record di 595,1 miliardi di euro ed è aumentato del 3,5% rispetto al 2021.
Le famiglie più in rosso sono quelle della provincia di Milano, con un debito medio di 35.342 euro (+5,1% rispetto al 2021); al secondo posto quelle di Monza-Brianza, con 31.984 euro (+3%) e al terzo i nuclei residenti a Bolzano, con 31.483 euro (+5%). Appena fuori dal podio le famiglie di Roma, con un debito medio che ammonta a 30.851 euro (+2,8%) e quelle di Como, con 30.276 euro (+3,8%). Sono messe meglio le famiglie di Agrigento con un debito di 10.302 euro (+3%) e quelle di Vibo Valentia, con 9.993 euro (+1,9%). Infine, le famiglie meno indebitate si trovano a Enna, con un rosso pari a 9.631 euro (+3,6%).
L’allarme lanciato da Cgia: “Rischio usura”
L’associazione denuncia che “l’incremento dei debiti delle famiglie spinga più di qualcuno a rivolgersi agli usurai che, da sempre, sono più propensi di chiunque altro ad aiutare chi si trova a corto di liquidità, soprattutto nei momenti economicamente più difficili”. Infatti, i debiti sono in aumento “a causa dell’inflazione, dell’incremento del costo dei mutui e dell’impennata delle bollette che hanno segnato negativamente gran parte dell’anno scorso, la situazione è critica, ma ancora sotto controllo”.
Il paradosso è che dove sono state individuate le zone con debiti più alti, ci sono le aeree provinciali con i livelli di reddito più elevati. Tuttavia, “il maggiore indebitamento di questi territori potrebbe essere riconducibile ai significativi investimenti avvenuti negli anni scorsi nel settore immobiliare che, ovviamente, sono in massima parte ascrivibili alle famiglie che hanno un buon tenore di vita”.
“Con il progressivo rallentamento dell’economia e il conseguente crollo dei prestiti bancari alle imprese avvenuto negli ultimi mesi, non è da escludere che sia in atto un “avvicinamento” delle organizzazioni criminali verso le micro aziende a conduzione familiare: come gli artigiani, i negozianti e tante partite Iva”, sottolinea ancora la Cgia. “Per evitare tutto ciò – segnala Cgia – bisogna invertire la tendenza, tornando a dare liquidità alle micro imprese, altrimenti molte di queste potrebbero finire tra le braccia degli usurai. Non solo, è altresì necessario incentivare il ricorso al “Fondo per la prevenzione” dell’usura. Uno strumento, quest’ultimo, introdotto per legge da alcuni decenni, ma poco utilizzato, anche perché sconosciuto ai più e, conseguentemente, con scarse risorse economiche a disposizione”.
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