L’emergenza inquinamento in Lombardia continua ad animare il dibattito politico. Dopo che ieri mattina il presidente della regione Attilio Fontana, nel corso dell’inaugurazione di una fiera, ha ancora una volta insistito con un atteggiamento negazionista (“Se si va a guardare la quantità di sostanze inquinanti che viene immessa nell’atmosfera nella nostra regione come in tutta la pianura padana si renderà conto che sono in costante diminuzione”), e rinunciatario (“Se le condizioni sono tali per cui anche quel poco che immettiamo nell’aria ristagna, per ora, non abbiamo soluzioni”), sono insorte le opposizioni.
Il governatore della Lombardia, Attilio Fontana, parla di inquinamento in calo. Ma i 5S insorgono: cambiare rotta
Nicola Di Marco (Capogruppo M5s Lombardia), a nome della pattuglia pentastellata al Pirellone ha lanciato la proposta di convocare un consiglio regionale ad hoc “per discutere di nuove misure attraverso le quali contrastare in concreto l’emergenza inquinamento, che ogni anno minaccia la salute di tutti, a cominciare dai bambini”. “Sempre che Fontana e la sua maggioranza”, aggiunge Di Marco, “non siano troppo impegnati a fare la danza della pioggia. Unica risposta che finora il centrodestra è stato in grado di dare all’emergenza smog, così come alla crisi idrica”.
Dice il capogruppo 5 stelle: “La verità, purtroppo, è che non solo quanto fatto finora non basta, ma al governo della Regione e del Paese, ci sono forze politiche che ancora negano il cambiamento climatico, impegnate in Europa nel contestare e contrastare le misure antismog proposte dall’Unione. Il problema è che sappiamo cosa andrebbe fatto, ma questo non si traduce in azioni concrete, per questo l’emergenza si ripresenta ogni anno”.
“Se, come fatto dalla Giunta Fontana, ci si limita a dare la colpa alle Alpi”, continua Di Marco, “come se potessero rappresentare una variabile nella scacchiera delle misure per incentivare la qualità dell’aria, allora non si arriverà mai a soluzioni concrete. Per questo chiediamo di poter discutere delle nostre proposte, così come di quelle delle altre forze politiche”. I 5 stelle in Regione avanzano quindi le proprie proposte, “a cominciare da misure atte a promuovere smart-working e co-working, soluzioni per il trasporto pubblico, con un piano che possa prevedere incentivi fino alla gratuità per under 35 e specifiche fasce di popolazione”.
Così come “non sono più tollerabili ritardi nei prolungamenti delle metropolitane e potenziamenti delle linee ferroviarie”. E dicono: “Bisogna lavorare per promuovere lo sviluppo della produzione di energia da fonti rinnovabili, attraverso lo sviluppo delle Comunità energetiche e l’approvazione della nostra proposta di legge sul “Reddito energetico”. “Serve una moratoria per gli allevamenti intensivi e politiche volte a favorire la transizione dai modelli intensivi di allevamenti e colture, verso modelli sostenibili per imprese, lavoratori e territori. Serve un vero stop allo smodato consumo di suolo”. conclude Di Marco.
Il pentastellato Di Marco chiede misure ad hoc. Dallo smart working ai bus gratuiti per gli under 35
Il discorso è “semplice: o la transizione ecologica la si abbraccia con decisione, oppure meglio star zitti” perché “essa comporta dei costi, è vero, ma l’inquinamento in termini di danni climatici e sanitari ne genera molti di più” e “il giorno che governo e regione Lombardia inizieranno a farsi due calcoli sarà sempre troppo tardi”, scrive in una nota Elena Sironi, senatrice M5S. Il capogruppo del Pd in Regione Lombardia Pierfrancesco Majorino risponde a Fontana ricordandogli che “è lo stesso che conferma alla guida dell’agenzia regionale per l’ambiente la negazionista Lo Palo, che fa la guerra alle misure del green deal a Bruxelles, che taglia per 250 milioni di euro le risorse a disposizione per l’ambiente e che conferma l’indegno servizio ferroviario regionale per altri dieci anni”.
E annuncia l’appoggio del Pd alla proposta dei 5 stelle di un consiglio regionale straordinario. Continuano, intanto, a essere attive le misure temporanee di primo livello nelle province che hanno raggiunto almeno il 4 giorno consecutivo di superamento dei limiti di Pm10: Milano, Monza, Como, Bergamo, Brescia, Mantova, Cremona, Lodi e Pavia.