I sindacati lanciano l’allarme: l’ex Ilva rischia di spegnersi. Prova a battere un colpo il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso. Che sollecita i Commissari di Ilva in amministrazione straordinaria e il socio pubblico Invitalia “a esperire le dovute interlocuzioni con Acciaierie d’Italia e tutte le azioni necessarie” per garantire la continuità produttiva. I commissari chiedono ad Acciaierie “aggiornamenti urgenti sullo stato di funzionamento degli impianti e le iniziative in corso di svolgimento”.
I commissari dell’ex Ilva di Taranto chiedono un’ispezione e l’aggiornamento sullo stato degli impianti
Ma non solo, perché a questo si aggiunge la richiesta di una ispezione. “A Taranto – denuncia Rocco Palombella della Uilm – è in atto da giorni la fase di spegnimento di diversi impianti, che ha già comportato la fermata dell’altoforno 2 e la preparazione allo stop delle batterie coke. Tutto questo si aggiunge alla fermata dell’altoforno 1 lo scorso agosto, dell’acciaieria 1, dell’agglomerato e di molti altri impianti”.
“Tutti gli stabilimenti ex Ilva, da Taranto a Genova, fino a Novi Ligure, Racconigi, Marghera e Legnaro, sono di fatto fermi con le lavoratrici e i lavoratori in cassa integrazione”, dice la Fiom. Intanto prosegue il braccio di ferro per il divorzio da Arcelor Mittal. Entro il primo febbraio è attesa una risposta alla lettera che Invitalia ha indirizzato, il 17 gennaio, ad Acciaierie d’Italia holding e Acciaierie d’Italia chiedendo la verifica dei presupposti per avviare le procedure che portano all’amministrazione straordinaria. Nel frattempo si susseguono le interlocuzioni per trovare nuovi soci privati.