Che le rassicurazioni del Mef sui soldi stanziati per il prossimo anno per la Sanità fossero fallaci è facilmente dimostrabile. Così come pura propaganda risuonano le parole della premier Giorgia Meloni sugli investimenti record nella storia d’Italia per il settore.
Non è vero che alla Sanità la Manovra destina per il 2025 2,3 miliardi, come recitava il Mef, ma appena 1, 3 miliardi. A due si arriva sommando le risorse stanziate da precedenti provvedimenti.
Il livello del finanziamento del fabbisogno sanitario nazionale standard “è incrementato di 1.302 milioni di euro per l’anno 2025, 5.078 milioni di euro per l’anno 2026, 5.780 milioni di euro per l’anno 2027, 6.663 milioni di euro per l’anno 2028, 7.725 milioni per l’anno 2029 e 8.898 milioni annui a decorrere dall’anno 2030”, recita il testo della legge di Bilancio.
Fallaci le rassicurazioni del Mef e di Meloni sui soldi stanziati alla Sanità per il 2025
Risorse che medici e infermieri ritengono insufficienti al punto che proclamano una giornata di sciopero per il 20 novembre. Il testo della Manovra conferma la riduzione del finanziamento per la Sanità rispetto a quanto annunciato nelle scorse settimane e cambia le carte in tavola rispetto a quanto proclamato per mesi.
La Manovra prevede un aumento dell’indennità di specificità medica sanitaria di 17 euro nette per i medici e 14 euro netti per i dirigenti sanitari per il 2025, 115 euro nel 2026 per i medici e zero per i dirigenti sanitari, mentre nelle tasche degli infermieri arriverebbero per il 2025 circa 7 euro e per il 2026 circa 80 euro, e non va meglio per le altre professioni sanitarie ex legge 43/2006.
Fonti ministeriali, citate dall’Ansa, informano che il piano di assunzioni ci sarà. Ma slitta al 2026.
Medici e infermieri scioperano e scendono in piazza il 20 novembre
Per ora il personale sanitario giudica quelle stanziate “briciole che offendono l’intera categoria”, come scrivono in una nota, i sindacati Anaao Assomed, Cimo-Fesmed e Nursing Up, confermando la manifestazione del 20 novembre, e proclamando lo sciopero nazionale di 24 ore nella stessa giornata di medici, dirigenti sanitari, infermieri e professioni sanitarie.
L’aumento di 1,3 miliardi del Fabbisogno sanitario nazionale nel 2025 – ben distante dai 3,7 miliardi annunciati – non è sufficiente a ridare ossigeno a un Servizio sanitario nazionale boccheggiante. “Non possiamo restare in silenzio dinanzi all’ennesima presa in giro del personale sanitario e dei cittadini, dinanzi alle giravolte del Ministero dell’Economia che vanificano gli sforzi del Ministero della Salute e al voltafaccia di coloro che lavorano per spingere il personale sanitario ad abbandonare la sanità pubblica”, dichiarano Pierino Di Silverio, Segretario Anaao Assomed, Guido Quici, Presidente Cimo-Fesmed, e Antonio De Palma, Presidente Nursing Up.
La sanità privata ingrassa sempre di più
E ancora. “Non possiamo essere complici dell’ormai evidente smantellamento del Servizio sanitario nazionale. Il personale scappa quotidianamente dagli ospedali pubblici, le liste d’attesa sono interminabili, le aggressioni e le denunce sono all’ordine del giorno, e si continua a destinare pochi spiccioli alla sanità pubblica, che peraltro poi non vengono spesi in modo corretto dalle Regioni, e ad aumentare i finanziamenti per la sanità privata, che si arricchisce spudoratamente sulle spalle degli infermieri e dei medici dipendenti”.
E concludono battaglieri: “Non possiamo rassegnarci alla ormai lampante privatizzazione della sanità, e alzeremo la voce per portare anche i cittadini dalla nostra parte. In gioco non ci sono solo dei dovuti riconoscimenti per il personale sanitario, necessari ad impedire lo svuotamento degli ospedali; in gioco c’è la tutela della salute di tutti noi”.
Il leader del M5S, Giuseppe Conte, promette che il 20 novembre sarà in piazza al fianco dei camici bianchi.