Ora non c’è più la possibilità di mediare. La rottura tra Francesco Totti e Luciano Spalletti è finale, determinante. Né c’è possibilità di tornare indietro. Dopo la partita di ieri e il goal riparatore del Capitano, il mister della Roma ha usato parole durissime: “Totti non ha salvato niente, quel gol lo fa anche fra tre anni ma sono altre le cose che non vengono portate alla luce”, ha detto Spalletti. Non solo. Voci di spogliatoio, che sono state confermate col passare del tempo, parlano di una lite furibonda tra i due nello spogliatoio. Una lite che, ovviamente, non fa bene nemmeno alla squadra in vista, tra due giornate, del big match con il Napoli. Certo, curioso che a mettere il punto sia proprio Spalletti, l’allenatore con cui qualche anno fa Totti disse che avrebbe voluto terminare la carriera.
Ma, a questo punto, quello che pare chiaro è che dietro questa evidente chiusura c’è una tattica chiara, studiata a tavolino. E dietro la quale ci sarebbe proprio lui, mister Pallotta. La rottura tra Spalletti e Totti sarebbe finalizzata a fare in modo che sia Totti a voler lasciare la squadra. Una via più facile rispetto al tentativo (impossibile sott al Cupolone) di cacciare il Capitano della Roma. Insomma, a premere affinché Spalletti trovi modo e maniera di litigare con Totti, ci sarebbe la dirigenza. Una dirigenza stanca di avere un “anziano” in squadra. Paradossale se si pensa che “questo” anziano, quando entra, risolve pure la partita. Checché ne dica il buon Spalletti.