Ilaria Fontana, capogruppo M5S in commissione Ambiente della Camera, cosa dobbiamo aspettarci dalla Cop29?
“Le COP ONU sul clima sono uno dei momenti più importanti della politica internazionale. Per la prima volta in 15 anni, quest’anno le parti dovranno concordare un nuovo obiettivo di finanziamento globale, aggiornando quello stabilito nel 2009, che prevedeva un sostegno pari a 100 mld di dollari l’anno per aiutare i Paesi in via di sviluppo ad affrontare le sfide climatiche. Ma le necessità sono cresciute e oggi i fondi necessari stimati vanno dai 500 agli oltre 1.000 mld di dollari l’anno. Il 2024 passerà alla storia come l’anno più caldo, il primo a superare la soglia degli 1.5°C al di sopra dei livelli preindustriali. Ci aspettiamo che si faccia un grande sforzo da parte di tutti gli Stati protagonisti”.
La presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen non andrà.
“Non è un bel biglietto da visita per l’Europa. Dopo aver dichiarato di volere essere di esempio al mondo intero con il Green Deal, l’Ue sarebbe dovuta partire in quarta e invece sta iniziando a tentennare e a fare passi indietro rispetto a obiettivi già fissati. Servono impegni seri, azioni concrete, senza alcuna esitazione o distrazione di risorse, tanto meno verso le armi. Poi c’è l’incognita della nuova agenda climatica di Trump, noto per non essere proprio un tifoso del green. Con la sua presidenza, non credo si aprirà per il pianeta un periodo facile sul piano delle politiche ecologiche, c’è da aspettarsi di tutto”.
Come si presenterà l’Italia?
“Il governo che rappresenterà l’Italia alla COP 29 è lo stesso che non contempla l’ambiente in Manovra e questo ci preoccupa tantissimo. Un governo che rischia di danneggiare ulteriormente il nostro ambiente e la nostra economia e che punta su politiche che rallentano la decarbonizzazione e la transizione ecologica, oggi essenziali non solo per il clima, ma anche per la sicurezza e la stabilità economica dell’Italia, ci preoccupa tantissimo. Per noi le direttrici sono altre, diametralmente opposte a queste”.
I disastri di Valencia e nel nostro Paese quelli in Liguria, Emilia Romagna, Marche, Toscana, sono la cartina di tornasole di una crisi climatica in corso. Come si sta comportando il governo Meloni?
“Si sta dimostrando di non essere in grado di affrontare l’emergenza climatica in modo responsabile e conferma la sua totale incapacità a investire in politiche di mitigazione del rischio idrogeologico. Il nostro è un Paese idrogeologicamente fragile, con oltre 1 milione e 300mila persone che vivono in zone a rischio frane, 7 milioni che si trovano in aree soggette ad alluvione e più di 220mila addetti esposti a rischio. Avevano promesso un Piano nazionale sul dissesto idrogeologico, del quale a distanza di 16 mesi non c’è traccia. Hanno persino pensato a un’assicurazione obbligatoria, scaricando l’onere sui cittadini e rendendo la sicurezza appannaggio solo di chi può permetterselo. Il governo Meloni ha la responsabilità politica di dare risposte ai cittadini e di capire che prevenire costa meno che curare. Purtroppo finora sul dissesto ha saputo solo tagliare, come nell’attuale Manovra dove sono completamente assenti risorse immediate dedicate alla ricostruzione post alluvione, oltre a essere stati affossati tutti i bonus edilizi compreso il Sisma Bonus. Poi però si investono miliardi in armi….”.
Ritornando alla Cop29 lei è la prima firmataria della mozione M5S. Cosa chiedete?
“Nella nostra mozione chiediamo impegni chiari e ambiziosi per aumentare il finanziamento climatico globale, promuovere mercati del carbonio trasparenti che siano in grado di mettere uno stop al greenwashing e incentivare davvero gli investimenti in energia pulita, rafforzare il Fondo perdite e danni per sostenere i Paesi più vulnerabili colpiti da disastri climatici irreversibili, e allineare le aziende partecipate dallo Stato agli obiettivi dell’Accordo di Parigi, chiedendo che cessino il sostegno alle fossili e orientino gli investimenti verso le rinnovabili. Senza ambizione e lungimiranza il rischio è di fare scelte politiche distanti dalle reali esigenze e alimentare danni su danni”.