Alla Camera la quarta votazione. Sfida tra Fontana e Guerra

Alla Camera la quarta votazione per l'elezione del presidente. È sfida tra il leghista Fontana e la dem Guerra.

Quarta votazione alla Camera, per l’elezione del nuovo presidente che succederà a Roberto Fico, dove sembra profilarsi uno “scontro” tra il leghista Lorenzo Fontana (nella foto), che avrà il pieno appoggio anche di Forza Italia, e Maria Cecilia Guerra, indicata dal Pd e nome proposto anche al resto dell’opposizione per una candidatura unitaria.

Oggi alla Camera la quarta votazione per l’elezione del nuovo presidente che succederà a Roberto Fico.

Ieri la prima seduta della XIX legislatura si è aperta alle 10. Dopo la costituzione dell’Ufficio provvisorio di Presidenza, il presidente provvisorio, Ettore Rosato, ha svolto un breve discorso di benvenuto. Si è svolta quindi la prima votazione ma nessuno ha raggiunto il quorum richiesto dei due terzi dei componenti la Camera. Alla ripresa pomeridiana della seduta si è svolta la seconda votazione per l’elezione del presidente, ma anche in questa occasione nessuno ha raggiunto il quorum richiesto dei due terzi dei voti. Si è svolta quindi la terza votazione andata a vuoto.

Il M5S voterà l’ex magistrato Cafiero De Raho

“Voteremo Cafiero De Raho” ha annunciato il presidente del M5S, Giuseppe Conte, dopo la riunione dei deputati del Movimento, annunciando che il M5S non convergerà sul nome di Maria Cecilia Guerra proposto dal Pd.

“Noi voteremo Matteo Richetti. Abbiamo due assenti, che si sappia subito. Ettore Rosato non potrà votare perché presiederà l’assemblea ed Elena Bonetti è in missione. Quindi noi avremo 19 voti per Matteo Richetti” ha annunciato il parlamentare di Italia Viva-Azione, Luigi Marattin.

All’avvio della quarta votazione alcuni deputati, tra cui Rachele Scarpa ed Alessandro Zan del Pd, hanno esposto uno striscione con la scritta “No a un presidente omofobo pro Putin”, riferito a Fontana. Il presidente provvisorio Rosato ne ha chiesto la rimozione ai commessi.

Oggi a Montecitorio basterà la maggioranza dei votanti per decidere chi sarà eletto allo scranno più alto dell’aula della Camera.

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