Corsi e ricorsi storici, per dirla alla Giambattista Vico. Il passaggio finale non è ancora stato fatto, ma per la maggior parte degli osservatori lo sbocco per la disastrata Alitalia alla fine sarà l’amministrazione straordinaria. Parliamo della procedura concorsuale pensata per le grandissime imprese, con lo scopo principale di garantire la continuità aziendale e l’indotto. L’altra faccia della medaglia, se il Cda dovesse deliberare in tal senso, è che l’impresa debitrice verrebbe immediatamente privata della gestione, con conseguente spazio riservato agli ampi poteri d’azione del commissario straordinario. Qualcosa di simile è già avvenuto nel passato della ex compagnia di bandiera. Sono ancora in amministrazione straordinaria, per dire, la vecchia Alitalia e le società un tempo controllate come Alitalia Servizi, Alitalia Airport, Alitalia Express e Volare. Tutte sotto l’egida dei commissari Stefano Ambrosini, Gianluca Brancadoro e Giovanni Fiori.
Le tappe – Sulla “nuova” Alitalia, una volta deliberata l’amministrazione straordinaria dal Cda, la parola decisiva dovrà essere pronunciata dal ministro dello Sviluppo, Carlo Calenda. Al quale spetterà anche la nomina di uno o più commissari straordinari. Qui, a dir la verità, sembra che le preferenze ministeriali e bancarie al momento siano concentrate su un autentico “Mister Poltrona”. Parliamo di Enrico Laghi, classe 1969, commercialista romano dai proteiformi incarichi. Sulla base dei dati estraibili dalle Camere di commercio, infatti, risulta che in questo momento Laghi sieda sulla bellezza di 23 scranni. Quanto agli organi amministrativi, per esempio, il commercialista è consigliere di B4 Holding e B4 Investimenti (fondi di investimento guidati dal finanziere Fabrizio Baroni), presidente di Beni Stabili (immobiliare indirettamente partecipata dalla Delfin di Leonardo Delvecchio), presidente della sua Studio Laghi srl, presidente di Midco (la società attraverso cui la Cai controlla Alitalia), consigliere di Cai (controllante di Alitalia), consigliere di Kimbo (l’azienda dell’omonimo caffè) e consigliere di Burgo Group (carte grafiche). A questo già discreto carnet di incarichi Laghi aggiunge una sfilza di poltrone in aziende in difficoltà. E’ commissario straordinario dell’Ilva, di Partecipazioni Industriali (il nuovo nome dell’holding a capo dell’acciaieria) e di tutta una serie di società controllate come Ilva Servizi Marittimi, Ilvaform, Taranto Energia, Sanac e Innse Cilindri. Inoltre è da tempo commissario liquidatore dell’Imaie (l’istituto per la tutela dei diritti degli artisti). In più è liquidatore di Cqs holding e di tutta una serie di società un tempo collegate come C-Zone, Ktesios Holding e Lkts. Nel dettaglio Cqs era attivo nei finanziamenti garantiti e all’epoca era controllato dalla Cir di Carlo De Benedetti e dalla banca americana Merril Lynch.
Elenco infinito – Ma non finisce qui, perché oggi Laghi è anche presidente del collegio sindacale di Acea e sindaco effettivo di Unicredit. Quest’ultima è proprio una delle maggiori banche creditrici e azioniste indirette di Alitalia insieme a Intesa. La stessa Intesa che ha avuto modo di conoscere molto bene Laghi in Ilva, visto che l’istituto di credito guidato da Carlo Messina siede nel comitato di sorveglianza dell’acciaieria insieme all’Eni, l’altro grande creditore. Insomma, è questo uno dei motivi per i quali ministero e banche vedrebbero bene Laghi tra i commissari straordinari dell’Alitalia. Certo, rimane l’interrogativo su come il commercialista romano, le cui capacità sono fuori discussione, riesca a fare tutto questo contemporaneamente. E su come potrebbe aggiungere a tale bendidio anche la delicatissima poltrona di commissario straordinario di una ex compagnia di bandiera da risollevare da un baratro da 600 milioni di euro di rosso. Vai a sapere.
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