di Lapo Mazzei
Che questo sia un Paese intimamente diviso fra rossi e bianchi, guelfi e ghibellini, buoni e cattivi, falchi e colombe -per stare in stretta connessione con l’attualità – è un dato di fatto. Prendete la storia del video messaggio di Silvio Berlusconi (forse domenica, forse lunedì forse chissà quando…) . ll tam tam di questi giorni un primo effetto lo ha già provocato. Sul web è partita una petizione per chiedere alla Rai di non mandare in onda il videomessaggio che Berlusconi starebbe per divulgare. “Non esiste”, scrive nella petizione Gianfranco Mascia, attivista di Move On, “obbligo alla trasmissione del messaggio, perché tale obbligo vale solo quando si tratti di messaggi di pubblica utilità e la richiesta arrivi dalle principali cariche istituzionali. E si tratterebbe proprio di appropriazione indebita del servizio pubblico nel caso, come l’ultima volta ha fatto, anche la Rai mettesse a disposizione lo spazio di un bene pubblico – pagato con il canone di noi cittadini – per il messaggio di un pregiudicato”.La petizione ha raggiunto in poche ore quasi 7mila firme. Senza entrare nel dettaglio dell’iniziativa, l’azione degli antimessaggio da l’idea di quale sia il clima che sta caratterizzando il Paese.
Il dibattito
Nel frattempo, però, il dibattito continua, con tutti gli attori impegnati a recitare la propria parte. Il presidente della Repubblica, partendo dalla casella A, si e’ speso in prima persona per scongiurare i venti di crisi, ma nessuno si sbilancia sulla possibilità che il governo regga l’impatto del voto in giunta sulla decadenza da senatore di Berlusconi. Re Giorgio Primo, l’altro giorno, ha lanciato un’ appello alla responsabilità del Pdl assicurando la sua “fiducia” in Berlusconi. E le parole del capo dello Stato sono state apprezzate dal segretario del Pdl, Angelino Alfano. Non è detto però che bastino a evitare la fine dell’esecutivo Letta: tutti attendono le decisioni del Cavaliere. Dal canto suo Alfano ha provato a far scendere la pressione. “La fiducia del presidente Napolitano è ben riposta nel presidente Berlusconi”, ha sottolineato. Il governo Letta “è stato fortemente voluto dal Cavaliere”, ha ricordato. Alfano, poi, ha escluso che Letta stia lavorando a piani alternativi all’attuale maggioranza. Quanto ai falchi, non sembrano essersi ammorbiditi. “Il governo cade? Dipende dal Pd e da Napolitano”, ha detto Daniela Santanchè “per Napolitano è il momento dell’attuazione di questa responsabilità, non solo della richiesta”. “Che cos’è quella del capo dello Stato? Una provocazione”, ha rilanciato un’agguerrita Alessandra Mussolini, “non si doveva arrivare a questo punto”. Il leader di Scelta Civica Mario Monti, invece, non crede a una crisi di Governo, anche perché non sarebbe un grande affare per lo stesso Pdl. Per l’Udc di Pierferdinando Casini gli ultimatum al Governo sono un errore e ribadisce il convincimento che Berlusconi avrà senso dello Stato e sosterrà il Governo, mentre dal leader di Sel, Nichi Vendola, arriva l’invito a concentrarsi sui problemi reali del Paese. Intanto il ministro del Pdl, Nunzia De Girolamo, avverte che “se il Pd farà una scelta politica ci saranno conseguenze”. Il dem Giorgio Tonini ipotizza che di fronte a una crisi anche Napolitano potrebbe decidere di lasciare il Quirinale. Di certo il Pd non ha intenzione di derogare dalla decisione di votare per la decadenza. “Il destino di Berlusconi è segnato” ha ribadito Rosy Bindi, “non abbiamo spazi per fare diversamente da quello che dovremo fare”.
I sondaggi
Sin qui le posizioni in campo. Ma vista la dinamicità del quadro generale un dato di riferimento lo offrono i sondaggi. Sul tavolo di Berlusconi sono arrivati gli ultimi rilevamenti di Euromedia Research, quelli commissionati alla fida Alessandra Ghisleri che risalgono al 4 settembre scorso, che danno in crescita il partito di via dell’Umiltà, anche in termini di coalizione. Numeri, raccontano a palazzo Grazioli, che avrebbero rinfrancato il Cavaliere, sempre tentato di andare al voto anticipato in caso di decadenza dall’incarico di senatore. Nel dettaglio, il Pdl si attesterebbe al 28,5% contro il 26% del Partito democratico, mentre il centrodestra nel suo complesso arriverebbe al 35,5 per cento rispetto al 32,5% della coalizione di centrosinistra. Le stesse rilevazioni indicano la Lega ferma al 3,5%, Fratelli d’Italia stabile al 2% e Grande Sud di Gianfranco Miccichè, insieme alle altre formazioni minori che gravitano nella galassia pidiellina, raggiungerebbero in totale l’1,5 per cento. Per Euromedia, Scelta civica sarebbe stimata al 3,5%; l’Udc al 2,5% e Sel al 6 per cento. Sarebbe in ripresa il Movimento 5 stelle di Beppe Grillo, dato al 19,5 per cento. Il diavolo tentatore ormai ha le fatte di un sondaggio, altro che videomessaggi.