Alessia Pifferi è ancor auna volta al centro di discussioni e non solo legali. La donna, infatti, secondo l”ultimo racconto della sua legale pare sia stata aggredita in carcere da altre detenute.
Alessia Pifferi è stata picchiata in carcere
Alessia Pifferi è la mamma della bambina morta di stenti. La donna è accusata dell’omicidio volontario della figlia Diana di soli 18 mesi di vita. Dopo aver convalidato il fermo e disposto la misura cautelare, il giudice per le indagini preliminari di Milano, Fabrizio Filice, ha deciso di respingere l’aggravante della premeditazione richiesta dal pm Francesco De Tommasi, riconoscendo solo l’aggravante per futili motivi.
La prossima udienza è stata fissata per il 14 ottobre ed è stata confermata anche la presenza di Pifferi: “È fondamentale che partecipi per capire tutti i passaggi del processo”, aveva detto detto la sua legale Solange Marchignoli che è sempre stata a fianco della sua assistita durante l’udienza. “La mia assistita è terrorizzata. Mi ha chiesto di accompagnarla il più possibile,” aveva aggiunto Marchignoli. Le ultime parole della legale hanno riferito che la sua assistita Alessia è stata picchiata dalle altre detenute.
La legale della donna: “Le altre detenute l’hanno aggredita”
Alcune detenute hanno aggredita Alessia prendendola per i capelli e trascinandola in una stanza mentre andava ad un colloquio con una suora. Lo ha raccontato la sua legale Marchignoli, che la difende insieme a Luca D’Auria, a Mattino 5. “Io la incontro sempre più o meno una volta a settimana, l’ho vista anche venerdì mattina, due giorni dopo l’udienza, è sempre assente, era molto spaventata”, ha esordito Marchignoli. Che poi ha raccontato l’episodio del pestaggio: “Mi ha detto di essere stata aggredita e di avere paura. Ha fatto un passaggio per andare dalla suora. In quella circostanza l’hanno presa dai capelli e l’hanno picchiata”. Secondo l’avvocata la sua assistita non è consapevole di quel che ha fatto: “Ancora non lo è, io parlo con la signora e parlo con qualcuno che mi racconta una storia, ci stiamo arrivando e all’inizio era un po’ estranea, poi ha letto i giornali e qualche parola la sta collegando a sé”.