Alessia Pifferi: il gip Fabrizio Filice ha convalidato l’arresto per omicidio volontario alla madre della piccola Diana, la bimba di 18 mesi morta di stenti dopo essere rimasta da sola in casa per quasi una settimana.
Alessia Pifferi, convalidato l’arresto per omicidio volontario
Alessia Pifferi, la madre della bambina di 18 mesi morta di stenti dopo essere stata lasciata in casa da sola per sei giorni, rimarrà in carcere. Il gip, infatti, ha convalidato il fermo: la donna, quindi, continua a essere reclusa nel carcere di San Vittore.
Dopo aver convalidato il fermo e disposto la misura cautelare, il giudice per le indagini preliminari di Milano, FabrizioFilice, ha deciso di respingere l’aggravante della premeditazione richiesta dal pm Francesco De Tommasi, riconoscendo solo l’aggravante per futili motivi.
In particolare, nel provvedimento di convalida del gip pubblicato da la Repubblica, si legge: “L’indagata, nel corso dei 6 giorni in cui ha lasciato la bambina da sola, è passata da uno stato iniziale di superficiale incoscienza – probabilmente suffragato dal fatto che le scorse volte in cui aveva commesso un’analoga condotta per 48 ore non era successo nulla di irreparabile – a uno stato di consapevolezza molto più profondo, che l’ha portata a ritenere praticamente certa o altissimamente probabile la morte della bambina”.
Secondo il gip, la donna avrebbe maturato la consapevolezza della morte della piccola Diana solo quando si trovava ormai già lontana da casa e non prima di abbandonare la bambina da sola per quasi una settimana.
Il provvedimento, ancora, prosegue: “In quel momento, che poi prosegue per ulteriori 48 ore prima che il mercoledì 20 rientri a casa, Pifferi ritiene altamente probabile se non certo l’evento morte della bambina: non si limita a prevederne e ad accettarne il rischio, ma lo prevede e lo accetta e quindi, pur non perseguendolo come suo scopo finale, alternativamente lo vuole, come risulta plasticamente dalle sue dichiarazioni con le quali ci ha molto onestamente aperto una finestra di osservazione sulla sua vita interiore”.
Bimba di 18 mesi morta di stenti da sola a casa: le dichiarazioni shock della madre di Diana al gip
“Io ci contavo sulla possibilità di avere un futuro con lui (il compagno, ndr) e infatti era proprio quello che in quei giorni stavo cercando di capire; è per questo che ho ritenuto cruciale non interrompere quei giorni in cui ero con lui anche quando ho avuto paura che la bambina potesse stare molto male o morire”, così Alessia Pifferi ha tentato di giustificarsi durante l’interrogatorio con il gip Fabrizio Filice.
Per il gip, Alessia Pifferi “si prefigura esattamente la più concreta eventualità che la figlia sia morta o stia morendo e la soppesa in un processo mentale che ha restituito in modo molto trasparente con le sue dichiarazioni, con la paura di introdurre un nuovo e significativamente più grave elemento di tensione con il compagno magari tale da compromettere per sempre quel precario equilibrio che entrambi stavano ricercando e anche con la paura e soprattutto l’orgoglio di non chiedere aiuto alla sorella, che potrebbe in qualsiasi momento andare nel suo appartamento a soccorrere la figlia ma che, dopo averla già giudicata così negativamente per il suo stile di vita, le avrebbe riservato un nuovo e ben più pesante giudizio negativo e svalutante”.
Secondo le analisi preliminari post mortem condotti in attesa dell’autopsia, Diana è morta “per stenti e mancanza del necessario accudimento”. Intanto, si resta in attesa dell’esame autoptico al fine di scoprire se la bambina sia stata drogata dalla madre per tenerla tranquilla in sua assenza. Sulla scena del crimine, infatti, è stata rinvenuta una boccetta di benzodiazepine semivuota accanto al biberon e al corpo della vittima.
Alessia Pifferi: dalle dichiarazioni al gip ai risultati dell’autopsia della piccola Diana
Intanto, sono ancora molti i dubbi sulla morte della piccola Diana Pifferi, morta di stenti a 18 mesi dopo essere stata lasciata da sola in casa per quasi una settimana dalla madre. L’autopsia, infatti, non ha sciolto tutti i nodi legati alla scomparsa della bambina. Si attendono, quindi, gli esiti degli esami tossicologici in quanto la consapevolezza che la bimba sia deceduta per fame e per sete fa aumentare gli interrogativi sul perché nessuno l’abbia sentita piangere e urlare per la disperazione, per la solitudine, per il caldo torrido di Milano. Fondamentale, quindi, sarà l’esito delle analisi condotte anche sulle risultanze del latte contenuto nel biberon per determinare se vi fossero contenute benzodiazepine.
Secondo quanto rivelato dall’autopsia, Diana sarebbe morta circa 24 ore prima del ritrovamento dopo una lunga agonia durata giorni.
Intanto, l’autopsia ha svelato che nello stomaco della bambina sarebbe stato trovato materiale compatibile con quello del cuscino. Sembrerebbe, quindi, che la piccola abbia tentato di restare aggrappata alla vita in ogni modo possibile.
La richiesta di andare al funerale della figlia Diana
Alessia Pifferi, vorrebbe partecipare ai funeri di sua figlia Diana. La richiesta è stata formulata dalla 37enne, reclusa nel carcere di San Vittore dopo essere stata accusata dell’omicidio della piccola di 18 mesi, morta di stenti dopo essere stata lasciata da sola in casa per sei giorni.
Dopo aver condotto l’autopsia, nella mattinata di mercoledì 27 luglio, il pm della Procura di Milano, Francesco De Tommasi, ha dato il nulla osta per i funerali della bambina. A proposito dell’autopsia, il quadro accusatorio potrebbe subire modifiche nel caso in cui venisse confermata l’assunzione di benzodiazepine da parte della vittima. La 37enne, intanto, sostiene di non aver mai somministrato il medicinale alla figlia.
La richiesta di Alessia Pifferi di partecipare ai funerali della figlia è stata riportata dal suo avvocato, Solange Marchignoli, che rappresenta la dona insieme al collega Luca D’Auria. Ad AdnKronos, Marchignoli ha raccontato: “È una persona che ti guarda, ma non ti vede. Con gli occhi persi nel vuoto. È talmente scollegata dalla realtà da voler andare al funerale della figlia”.
La 37enne, inoltre, avrebbe chiesto anche di parlare con sua madre e con il suo compagno che, però, non hanno voluto essere contattati. Su questo, l’avvocato ha affermato: “Ci soffre e non si capacità del fatto che possano abbandonarla”.