Albergatori in rivolta. Nel mirino la Cassa Depositi che ha investito soldi pubblici italiani nel gruppo inglese degli hotel Rocco Forte

di Stefano Sansonetti

Il contenuto della nota sembra cominciare con un apprezzamento. Ma basta scorrere qualche altra riga per capire che in realtà tira aria di forte contestazione. Il fatto è che il settore alberghiero italiano ha deciso di rompere gli indugi e di scagliarsi contro il ministero dell’economia guidato da Pier Carlo Padoan, in particolare contro la controllata Cassa Depositi e Prestiti. Nel mirino del documento, firmato Federalberghi, sono finiti i 76 milioni di euro che la stessa Cassa, per il tramite del suo Fsi (Fondo strategico italiano), ha deciso di investire nel gruppo degli hotel di lusso Rocco Forte. Una cifra imponente, ovviamente tutta a base di soldi pubblici italiani, che però rischia di finire a una società inglese. Ed è proprio questo il passaggio contestato dall’associazione presieduta da Bernabò Bocca, che è anche presidente del gruppo Sina Hotels.

IL PUNTO
La premessa della nota è che va salutato con favore un intervento del fondo della Cdp a supporto delle imprese alberghiere. Ma apprendere “che tale fondo stia finanziando società straniere del settore che, pur avendo interessi in Italia, verosimilmente non pagano le tasse nel nostro paese, ci mette in grande allarme, soprattutto perché le risorse sono costituite da soldi pubblici”. In effetti il gruppo Rocco Forte, guidato dall’omonimo imprenditore italo-inglese, in Italia ha tre strutture extralusso: l’hotel Savoy di Firenze, il de Russie a Roma e il Verdura Golf Resort & Spa di Sciacca, in Sicilia. A gestire queste realtà nel Belpaese operano fondamentalmente due società, la Rocco Forte & Family Florence spa e la Rocco Forte & Family Rome spa. La prima è controllata al 100% dalla seconda, che a sua volta fa capo alla Sir Rocco Forte & Family Italy Limited, con sede a Londra. E proprio dal quartier generale londinese parte la gestione di tutte le altre strutture nel mondo. L’ingresso della Cdp nel gruppo è stato reso possibile da un decreto firmato dallo stesso Padoan il 2 luglio del 2014. Di fatto con il provvedimento si è allargato il perimetro d’investimento del fondo della Cassa, presieduto da Giovanni Gorno Tempini e guidato dall’Ad Maurizio Tamagnini, ricomprendendo settori come il turistico-alberghiero.

LO SCENARIO
L’operazione, già anticipata da La Notizia, alla fine è stata finalizzata dopo trattative a cui hanno partecipato gli stessi Gorno Tempini, Tamagnini e Gaetano Visocchi, responsabile del gruppo Rocco Forte in Italia. L’accordo prevede che il 23% della società alberghiera londinese venga rilevato da Fsi e Fsi Investimenti (quest’ultimo detenuto al 77% dallo stesso Fsi e al 23% dalla Kuwait Investment Authority). Il tutto per un corrispettivo pari a circa 76 milioni di euro. Ma “il presupposto delle operazioni del Fondo”, incalza Federalberghi, “è che si operi selezionando imprese di interesse nazionale”. Per questo la richiesta del settore, alquanto arrabbiato, è che “il Fondo svolga adeguatamente il suo ruolo per il bene delle imprese e degli imprenditori italiani”.

Twitter: @SSansonetti