Le elezioni in Olanda aprono un anno delicato per l’Europa. Con l’avanzata delle destre che preoccupa e soprattutto con la burrasca della crisi diplomatica. Ma i risultati, questa volta, potrebbero far tirare un sospiro di sollievo a Bruxelles: il premier Mark Rutte, stando almeno agli ultimi sondaggi, dovrebbe vincere, nonostante una pesante perdita di seggi alla Camera bassa. Il suo partito (VVD), i liberali, dovrebbe superare i 25 deputati, giusto qualcuno in più dell’estrema destra guidata (il Partito delle libertà, PVV) da Geert Wilders dato in aumento rispetto alle scorse alle elezioni, ma di meno in confronto a qualche settimana fa. Peraltro il leader islamofobo e anti-euro deve fare i conti con un problema: la difficoltà a trovare potenziali alleati.
La vera rivelazione delle elezioni in Olanda dovrebbe arrivare dall’area ecologista con il 30enne Jesse Klaver alla guida dei GroenLinks, i verdi di sinistra. Stando ai rilevamenti è candidato a diventare il terzo partito olandese, avvicinandosi ai 20 seggi: un boom rispetto agli attuali 4. Le stime, inoltre, prevedono una grande affluenza, forse superiore al 75% della tornata elettorale più recente. Chi invece guarda con preoccupazione alle urne sono i laburisti (PvdA) del vicepremier Lodewijk Asscher e del presidente dell’Eurogruppo Jeroen Dijsselbloem, che rischiano di perdere più di un terzo dei loro parlamentari. I sondaggi li attestano a non più di 12 deputati, 26 in meno in confronto a ora.