Le famiglie che riceveranno l’Assegno di inclusione da oggi saranno 287.704. E non, come annunciato con toni trionfalistici dalla ministra del Lavoro, Marina Calderone, 450mila. Al di là dei numeri, il dato che rimane è che da oggi parte la distribuzione della nuova card negli uffici postali. Possono ritirarla le famiglie che entro il 7 gennaio hanno presentato domanda, sottoscritto sulla piattaforma il Patto di attivazione digitale (Pad) e superato le verifiche dell’Inps sui requisiti.
Prima di andare alle Poste arriverà un sms da parte dell’Inps per comunicare di andare a ritirare la Carta di inclusione. Ieri Calderone ha parlato di 450mila famiglie che avevano fatto domanda entro il 7 gennaio. Ma solo poche ore dopo l’Inps l’ha smentita spiegando che le domande arrivate sono in effetti 446mila, ma solamente 287mila sono quelle accolte, con 117mila respinte per mancanza di requisiti e altre in fase di verifica. “Significa che questo mese gli esodati del Reddito di cittadinanza non saranno 300mila, come inizialmente previsto, ma ben 450mila – tuona Dario Carotenuto dei 5S -. Cosa dirà il Governo a queste famiglie con all’interno minori, anziani e diversamente abili? ‘Se non hanno più pane, che mangino brioche’?”.
Aiuti dimezzati
Parte quindi la misura che sostituisce il Reddito di cittadinanza. Con importanti restrizioni rispetto al passato: l’Assegno di inclusione va a quei nuclei familiari che hanno un Isee inferiore ai 9.360 euro e non hanno persone ritenute occupabili nel nucleo, ovvero quasi tutti gli under 60 in sostanza. Si può ottenere l’Adi in caso di presenza nel nucleo di over 60, minori o disabili. La platea, rispetto al Reddito di cittadinanza, è dimezzata, come dimostrano anche le poche domande arrivate (finora poco più di 600mila, contro i beneficiari del Reddito che erano ben oltre il milione a luglio). Da settembre è partita anche la misura per gli occupabili, che dovevano ricevere 350 euro per entrare in un percorso di formazione. Soldi, molto spesso, erogati in netto ritardo e con possibilità di formazione e occupazione ridotti quasi a zero, soprattutto nelle zone in cui ci sono più potenziali beneficiari.
Per il supporto al lavoro, su 165mila domande presentate ne sono state accolte meno di 70mila e i 350 euro sono stati pagati a meno di 25mila occupabili. Che poi, molto spesso, occupabili non sono considerando che non hanno alcuna competenza o esperienza pregressa e da tempo sono esclusi dal mercato del lavoro. Persone ben poco appetibili per le aziende, quindi. In totale, secondo la Banca d’Italia, a ricevere i nuovi sostegni saranno 900mila famiglie in meno, con un importo medio tagliato di oltre mille euro l’anno. Secondo l’Inps la platea potenziale dell’Adi è di 737mila famiglie, ma per ora le cifre sono molto più basse.
Assegno di inclusione, si parte
Oggi parte l’Assegno di inclusione: per i primi beneficiari l’importo medio stimato dall’Inps è di circa 645 euro. Una cifra che può salire, per esempio, in caso di persona single con reddito zero, minorenne a carico e affitto mensile superiore ai 280 euro, raggiungendo gli 855 euro mensili. O, ancora, si arriva a 1.230 euro in caso di nucleo con due adulti e un figlio disabile, sempre con reddito zero. In caso di unica carta per tutto il nucleo, è possibile prelevare denaro in contante fino a 100 euro, un valore che poi può essere aumentato moltiplicandolo per la scala di equivalenza prevista dall’Adi per i nuclei familiari. La card può essere utilizzata per l’acquisto di generi alimentari, per il pagamento delle bollette e per il versamento di affitti o mutui concedendo la possibilità di effettuare un bonifico mensile. La carta non può essere utilizzata per acquistare giochi con vincite in denaro, sigarette, prodotti alcolici, armi, materiale pornografico e per acquisti online o all’estero.