L’ora della verità è arrivata per il Movimento 5 Stelle e per il nuovo corso che vuole imprimere Giuseppe Conte. L’assemblea degli iscritti è chiamata al voto a partire da oggi, 21 novembre, alle 10 e fino al 24 novembre, quando verrà dato l’esito delle votazioni durante la Costituente prevista a Roma sabato e domenica.
Assemblea M5S, la questione del quorum
Gli iscritti sono chiamati a votare (tramite un link fornito via email oppure accedendo con le proprie credenziali sul sito ufficiale del Movimento 5 Stelle) su diversi punti, tra cui il ruolo del garante, il ruolo del presidente, le alleanze e il limite dei due mandati. E fondamentale sarà la questione del quorum. Tra i quesiti sottoposti al vaglio degli iscritti alcuni avranno bisogno di raggiungere il quorum, ovvero il 50% più uno degli aventi diritto. Si tratta delle questioni che comportano una modifica dello statuto, come appunto i poteri del garante, il simbolo, ma non per esempio la questione del doppio mandato.
C’è poi un’altra questione che rimane in sospeso: il garante, ovvero Beppe Grillo, può chiedere anche di ripetere la votazione e in quel caso si dovrà raggiungere il quorum anche sulle questioni che non lo richiedono. Un rischio che viene comunque ritenuto improbabile nel Movimento, considerando che sarebbe una nuova richiesta di voto su questioni che potrebbero essere state già determinate. Tanto più difficile se, sui quesiti per cui è richiesto, il quorum venga invece raggiunto.
I temi in discussione
Quali sono questi temi? Per esempio il ruolo del presidente e del Consiglio nazionale, per esempio sul mandato di autorizzare alleanze politiche locali. Si voterà sul ruolo del garante: o verrà soppresso o verrà confermato ma limitandone i poteri e magari con un mandato a tempo determinato di quattro anni (rinnovabile per non più di due mandati).
Il quorum dovrà essere raggiunto anche sull’eventuale modifica del simbolo. Non, invece, sul limite dei mandati, su cui si prendono in considerazione varie ipotesi: una deroga per i sindaci, elevare il limite a tre, consentire una ricandidatura dopo cinque anni di pausa o non conteggiare un mandato se non è stato portato del tutto a termine (per un’interruzione anticipata della legislatura).
Si voterà anche sul posizionamento in Parlamento o sull’ipotesi di dichiararsi distanti tanto dalla destra quanto dalla sinistra. Infine, anche per il tema delle alleanze non è previsto il quorum, ma si chiederà se renderle condizionate ad alcuni requisiti (come il voto degli iscritti o la formulazione di un accordo programmatico) o vietarle del tutto.