Al via da oggi ad Arezzo il processo con il rito ordinario per il crac di Banca Popolare dell’Etruria e del Lazio. Circa duecento le nuove richieste di costituzione di parte civile che si aggiungono alle 2.000, tra risparmiatori e azionisti, già ammesse dal gup. Venticinque gli imputati, tra ex consiglieri di amministrazione, ex revisori ed ex dirigenti. Gli imputati rinviati a giudizio sono: Franco Arrigucci, Mario Badiali, Federico Baiocchi Di Silvestri, Maurizio Bartolomei Corsi, Alberto Bonaiti, Luigi Bonollo, Ugo Borgheresi, Piero Burzi, Paolo Cerini, Giovan Battista Cirianni, Giampaolo Crenca, Laura Del Tongo, Enrico Fazzini, Augusto Federici, Paolo Luigi Fumi, Giorgio Natalino Guerrini, Giovanni Inghirami, Saro Lo Presti, Gianfranco Neri, Andrea Orlandi, Carlo Platania, Carlo Polci, Alberto Rigotti, Lorenzo Rosi, Massimo Tezzon
Con il rito abbreviato il gup del Tribunale di Arezzo, Giampiero Borraccia, aveva già condannato l’ex presidente di Banca Etruria, Giuseppe Fornasari, e l’ex direttore generale Luca Bronchi, imputati di bancarotta fraudolenta, a 5 anni di reclusione per il crac dell’istituto di credito aretino. Il giudice ha poi condannato a due anni l’ex vice presidente, Alfredo Berni, per bancarotta fraudolenta e a un anno l’ex membro del Cda, Rossano Soldini, per bancarotta semplice.
Nei confronti di 16 dei 25 imputati, da oggi sotto processo per i reati di bancarotta semplice e bancarotta fraudolenta, il Tribunale di Arezzo ha già disposto un sequestro conservativo di beni, tra case e terreni, su richiesta del commissario liquidatore dell’ex Bpel, Giuseppe Santoni, dopo l’udienza preliminare che stabilì i rinvii a giudizio. Non rientrano nel provvedimento l’ex presidente Fornasari e l’ex direttore generale Bronchi.
Nel giorno della prima udienza è arrivata anche la notizia della seconda richiesta di archiviazione per la posizione di Pierluigi Boschi, indagato per la maxi liquidazione da 700mila euro all’ex Dg Luca Bronchi che, secondo i pm, avrebbe portato alla bancarotta fraudolenta. Sulla posizione del madre dell’ex ministro Maria Elena Boschi deciderà comunque il gip. Nel febbraio scorso nei confronti di Boschi, prima consigliere poi vicepresidente di Banca Etruria, fino alla messa in risoluzione del novembre 2015, era stata archiviata l’accusa di falso in prospetto.