A proposito di esperti di democrazie, amanti di democrazie e esportatori di democrazia mi pare che si parli pochissimo del fatto che Abdel Fattah al-Sisi, l’uomo che sta ostacolando in tutti i modi la verità e la giustizia ai familiari di Giulio Regeni, sia stato eletto per la terza volta presidente dell’Egitto. Secondo l’Autorità elettorale nazionale egiziana, al-Sisi ha ottenuto l’89,6% dei voti (circa 39 milioni) con un’affluenza alle urne che ha raggiunto il 66,8%, un’adesione “senza precedenti”, ha affermato il capo dell’autorità Hazem Badawy.
Abdel Fattah al-Sisi, l’uomo che sta ostacolando in tutti i modi la verità e la giustizia ai familiari di Giulio Regeni, è stato eletto per la terza volta presidente dell’Egitto
Quanto possa essere democratico un Paese in cui si viene eletti con il 90% dei voti non è difficile da immaginare. Il suo avversario di più alto profilo, l’ex parlamentare Ahmed al-Tantawi, ha raccontato di arresti tra i suoi sostenitori. Al-Sisi nelle elezioni del 2015 e del 2018 aveva vinto con il 97% dei voti. Nelle elezioni del 2018 l’avversario del presidente era un suo fervente sostenitore.
Sì, avete capito bene: al-Sisi aveva sfidato un suo fan. L’altro avversario invece era stato arrestato. Altri ancora si sono ritirati dopo essere stati minacciati. Quatto anni fa al-Sisi ha modificato la Costituzione egiziana per concedersi un terzo mandato e – visto che c’era – ha pensato bene di allungare il mandato presidenziale da quattro a sei anni. Sarà quindi presidente dell’Egitto fino al 2030, riverito dall’Occidente che vorrebbe essere il custode delle democrazie degli altri ma che è pronto a stringere mani sporche di sangue per siglare accordi economici e a non vedere l’autocrazia quando gli torna utile. Non vediamo l’ora di sentire chi ci spiegherà che al-Sisi “è un male necessario”.