Fallisce il blitz della Lega a Palazzo Madama. Entrambe le proposte di cambio di calendario che chiedevano di votare il 14 agosto le mozioni di sfiducia al presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, sono state, infatti, respinte dall’Aula del Senato nel corso del dibattito di questa sera. Le due mozioni erano una della Lega e l’altra presentata dalla capogruppo di Forza Italia, Anna Maria Bernini. Martedì 20 agosto alle 15 ci saranno, quindi, le comunicazioni al Senato del premier Conte, così come aveva stabilito ieri a maggioranza la riunione dei capigruppo. M5S, Pd, LeU e Autonomie hanno votato insieme contro le proposte del centrodestra di mettere ai voti nei prossimi giorni la mozione di sfiducia. Compatte anche le forze di centrodestra che, invece, avevano sostenuto la richiesta di procedere alle votazioni fra oggi e il 20 agosto.
IL DIBATTITO. “Noi proponiamo che la mozione di sfiducia” al premier Giuseppe Conte “sia votata in coda al calendario, chi è vera opposizione dimostri di esserlo” ha detto Anna Maria Bernini, capogruppo di Forza Italia. “Noi siamo qui in 55 – ha aggiunto l’esponente azzurra – e siamo qui per votare subito questa mozione. C’è chi invece sta preparando nuovi progetti assolutamente contrati alla volontà’ popolari. La vera barzelletta sarà quando partito di Bibbiano e del vaffa day si metteranno insieme per governare l’Italia. Ci sarà da ridere”.
“L’Italia vuole avere certezze, cosa c’è di più bello, trasparente e lineare che dare la parola al popolo? Non capisco questa paura, questo terrore e disperazione. La capisco da Renzi, con i disastri che ha fatto gli italiani lo mandano a casa. Umanamente comprensibile” ha detto il leader della Lega Salvini aprendo il suo intervento. “Sono arrivate alcune proposte – ha detto ancora Salvini -, le raccolgo: ho sentito l’amico e collega Luigi Di Maio più di una volta ribadire in questi giorni ‘votiamo il taglio di 345 parlamentari e poi andiamo subito al voto’. Prendo e rilancio: tagliamo i parlamentari la prossima settimana e poi andiamo subito al voto”.
“Confindustria Lombardia, Confapi, Confimi Industria, Assindustria Veneto, Unimpresa – ha detto ancora il leader del Carroccio – chiedono il voto subito. Faccio appello alla dignità di quest’Aula. Possiamo avere idee diverse, faccio errori quotidianamente e se sbaglio lo faccio in buona fede, ma non ho mai avuto paura del voto. Ho sempre preso i voti, anche da consigliere comunale, non sono mai stato eletto in collegi sicuri come chi da Arezzo è scappato in Tirolo. Chi ha paura del voto vuol dire che ha la coscienza sporca e ha paura di non essere rieletto, quindi tira fuori l’Iva, i marziani, il Papeete e altro…”.
“Non ho risposto – ha aggiunto Salvini di fronte alle proteste di molti senatori del Pd – alla marea di insulti, minacce, calunnie, sono abituato. Quando uno coscientemente ha fatto quello che ha fatto con il presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti, quando abbiamo dato il primo colpo di ruspa alle ville dei Casamonica, voi non mi spaventate per niente, potete insultare, liberi tutti”.
“Faccio appello alla dignità di quest’Aula. Possiamo avere idee diverse – ha concluso Salvini -, faccio errori quotidianamente e se sbaglio lo faccio in buona fede, ma non ho mai avuto paura del voto. Ho sempre preso i voti, anche da consigliere comunale, non sono mai stato eletto in collegi sicuri come chi da Arezzo è scappato in Tirolo. Chi ha paura del voto vuol dire che ha la coscienza sporca e ha paura di non essere rieletto, quindi tira fuori l’Iva, i marziani, il Papeete e altro”.
“Per noi oggi è una bella giornata, mettiamo fine a questo governo a trazione salviniana ed è una benedizione” ha detto il capogruppo del Pd Andrea Marcucci. “Il premier Conte – ha aggiunto l’esponente dem – ha chiesto di essere ascoltato per delle comunicazioni e noi abbiamo rispetto. Diamo per scontato che dopo le comunicazioni la crisi sia aperta. Ci preoccupa che Salvini gestisca le elezioni da ministro dell’Interno, noi a volte abbiamo paura del suo atteggiamento e delle cose che dice, per questo difendiamo questo Parlamento e apriremo la crisi nei modi e nei tempi dovuti”.
“Salvini ha tolto ogni valenza politica al dibattito in corso. La proposta di votare la prossima settimana il taglio dei parlamentari presuppone che domani non si voti la mozione di sfiducia a Conte. Ci aspettiamo che la mozione di sfiducia venga ritirata” ha detto il capogruppo del M5S al Senato, Stefano Patuanelli. “Il Movimento 5 Stelle – ha aggiunto l’esponente pentastellato – non ha mai paura di chiedere il parere agli elettori, ma la proposta di mozione di sfiducia per domani la troviamo uno sgarbo nei confronti del presidente del Consiglio e la ritengo irricevibile, perché domani è un anno dal crollo del ponte Morandi e avremmo dovuto avere una discussione sulla revoca delle concessioni, così come promesso dai vicepresidenti Di Maio e Salvini”.