Al Giappone la pena di morte piace sempre di più: sale all’83% il gradimento dei cittadini nipponici per la discussa misura

Al Giappone la pena di morte piace sempre di più: sale all'83% il gradimento dei cittadini nipponici per la discussa misura

Al Giappone la pena di morte piace sempre di più: sale all’83% il gradimento dei cittadini nipponici per la discussa misura

In Giappone la pena di morte è sempre più popolare. Non ci sono grandi speranze che il Paese possa abolirla, nonostante la sconvolgente vicenda di Iwao Hakamada, che, a 88 anni, è stato assolto in una revisione di processo per strage dopo aver trascorso 46 anni nel braccio della morte, rischiando ogni giorno di essere portato alla forca. Un sondaggio commissionato dal governo di Tokyo ha rivelato che l’83,1% dei giapponesi ritiene inevitabile la permanenza della pena capitale, un dato in crescita.

L’indagine, condotta lo scorso anno, ha evidenziato un aumento del sostegno alla pena di morte, che nel 2019 era al 79,8%. È la quinta volta nella storia che questa percentuale supera l’80% in un sondaggio governativo, realizzato ogni cinque anni. Anche tra chi si oppone si registra un incremento: la percentuale di contrari è salita al 16,5%, con un aumento del 7,5% rispetto al 2019. Contestualmente, è diminuito nettamente il numero di indecisi.

Al Giappone la pena di morte piace sempre di più: sale all’83% il gradimento dei cittadini nipponici per la discussa misura

La ragione più comune con cui i sostenitori della pena di morte – in Giappone le esecuzioni avvengono per impiccagione – giustificano la loro posizione è la preoccupazione per i sentimenti dei familiari delle vittime di reati gravi (62,2%). Inoltre, il 53,4% teme che l’abolizione possa portare a un aumento della criminalità violenta.

Tra coloro che, invece, si dichiarano favorevoli all’abolizione, il 71% sottolinea come gli errori giudiziari, in caso di condanna a morte, abbiano conseguenze irreversibili. Questo dato è aumentato di circa 20 punti percentuali rispetto al sondaggio precedente, probabilmente anche a causa del clamoroso caso Hakamada, la cui revisione del processo ha portato a una sentenza nell’ottobre 2024.

Il sondaggio ha coinvolto 3.000 persone di età pari o superiore ai 18 anni, ottenendo 1.815 risposte valide. L’indagine è stata condotta tramite posta.