Quando dalla lettura della bozza finale della risoluzione del G7, anticipata da Bloomberg, è stata evidente l’assenza del diritto all’aborto, in tanti sono sobbalzati dalla sedia.
Del resto, questa riunione dei grandi, che proseguirà fino a sabato in Puglia, doveva sostanzialmente riproporre gli accordi già presi a Hiroshima in Giappone, e davvero nessuno si aspettava un colpo di bianchetto su un tema tanto delicato, che di certo non era in cima all’agenda internazionale. Infatti, nelle dichiarazioni dello scorso vertice tenuto nel Paese del Sol Levante, i Sette avevano concordato all’unanimità il “pieno impegno per assicurare salute e diritti sessuali riproduttivi completi per tutti”, incluso “l’accesso all’aborto sicuro e legale e alle cure post-aborto”.
Eppure il punto è stato completamente depennato, dando il via al primo incidente diplomatico del G7 a guida italiana. Appena si è diffusa la notizia, sul governo di Giorgia Meloni si sono scatenate le proteste della Francia di Emmanuel Macron, della Germania di Olaf Scholz e anche degli Stati Uniti di Joe Biden, che non hanno gradito questa decisione. Polemiche furiose a cui ha risposto Palazzo Chigi con un comunicato in cui si affermava che “nessuno Stato ha chiesto di eliminare il riferimento alle questioni relative all’aborto dalla bozza delle conclusioni del vertice G7”, precisando che “ci troviamo in una fase in cui le dinamiche negoziali sono ancora in corso. Tutto quello che entrerà nel documento conclusivo sarà un punto di caduta finale frutto di un negoziato fra i membri G7”.
Al G7 continua lo scontro sull’aborto e Biden avvisa Meloni che sui diritti alle donne non si torna indietro
Insomma, la tesi di Roma è che è in corso una trattativa anche sull’aborto e che al momento nessuna decisione definitiva è stata assunta, con il risultato che quel passaggio alla fine potrebbe rientrare nel testo definitivo del vertice. Del resto, Washington sul punto non vuole sentir parlare di passi indietro, come spiegato molto chiaramente dal consigliere per la Sicurezza nazionale USA, Jake Sullivan, secondo cui “il presidente parla sempre di diritti umani in tutte le sue interazioni, sia con gli amici, sia con gli avversari, e nei prossimi due giorni non ci saranno cambiamenti”, annunciando che Biden ne parlerà sicuramente nel faccia a faccia con Meloni.
Questo perché all’inquilino della Casa Bianca, in corsa per la rielezione tra mille difficoltà, non importa granché se la presidenza italiana, come sostengono in tanti, ha chiesto di togliere il riferimento all’aborto per non indispettire Papa Francesco, che per la prima volta partecipa al G7. Il punto per Biden è imprescindibile perché, sondaggi alla mano, è una delle poche armi che ha a disposizione per contrastare il rivale Donald Trump che proprio sull’interruzione di gravidanza, cancellato a livello federale quand’era presidente, ha puntato molto in campagna elettorale per strizzare l’occhio all’elettorato cattolico.
Le opposizioni dopo il caso aborto scoppiato al G7 chiedono a Meloni di riferire in Aula
Ma il ‘caso aborto’ non è soltanto un grattacapo internazionale, perché anche in Italia le opposizioni sono sul piede di guerra. Che ci sia non poco imbarazzo nelle destre, lo si capisce anche dalle parole del vice premier e ministro degli Esteri, Antonio Tajani, che a Sky Tg24 si è limitato a dire che sul punto “stanno discutendo le diverse delegazioni” ed “è prematuro fare analisi e inutile fare previsioni ora. Si vedrà alla fine quale sarà l’accordo”, per poi spostare l’attenzione sul fatto che “il tema principale del G7 è l’Ucraina e la situazione in Medio Oriente”.
Ben diversa la posizione della segretaria del Pd, Elly Schlein, che è andata all’attacco: “L’Italia dovrebbe svolgere un ruolo di primo piano in un consesso internazionale come il G7, promuovendo l’immagine del Paese restituendo a livello internazionale l’autorevolezza e il profilo che ha sempre avuto. E invece il governo Meloni si presenta davanti agli altri capi di Stato e di governo mettendo in discussione un diritto fondamentale delle donne come quello di scegliere sul proprio corpo”. E ancora: “Non ce ne facciamo nulla di una premier donna che non difende i diritti di tutte le altre donne di questo Paese. Una vergogna nazionale, chiedano scusa al Paese”.
Ancor più dura la deputata di Alleanza Verdi e Sinistra, Elisabetta Piccolotti, che definisce “inquietante” la decisione di cancellare l’aborto dal G7 e che per questo ha chiesto “che la Presidente Meloni, nel caso in cui nella bozza finale dovesse essere confermata l’eliminazione, venga a riferire nelle aule parlamentari”.