di Stefano Sansonetti L’annuncio sta tappezzando i locali di alcuni quartieri romani, in particolare quello dei Parioli. E forse la scelta è mirata, se solo si considera il tenore dell’avviso con cui si lancia il casting per un film ancora in cantiere. Leggere per credere: “Cerchiamo ragazzi e ragazze di bella presenza ed alta borghesia di età compresa tra i 18 e i 30 anni”. Magari l’espressione sarà uscita da una tastiera battuta un po’ troppo frettolosamente. Ma non c’è dubbio che la curiosità è tutta concentrata sul requisito dell’ “alta borghesia”. Che vorrà dire? Che saranno ammessi alla selezione solo figli di manager, avvocati e imprenditori? Vai a sapere. Di sicuro la curiosità aumenta quando si scopre che l’annuncio arriva dalla Wildside, la società di produzione che ancora oggi ha tra i suoi soci mariti e figli eccellenti. LA SQUADRA Eh sì, perché un terzo del capitale della Wildside è in mano a una società, la Fw srl, i cui azionisti sono Mario Gianani, marito del ministro della Pubblica amministrazione Marianna Madia, Lorenzo Mieli, figlio dell’ex direttore del Corriere della sera e attuale presidente di Rcs Libri Paolo Mieli, Saverio Costanzo, figlio di Maurizio Costanzo, e i registi e sceneggiatori Fausto Brizzi e Marco Martani. Ora, la Wildside è una società che si è messa in evidenza producendo film e serie tv in quantità. Per esempio sta realizzando la serie “The young Pope”, diretta dal premio Oscar Paolo Sorrentino. Ma al suo attivo ci sono anche “I bambini sanno”, docu-film di Walter Veltroni, e “1992”, la serie su Tangentopoli. Tra i tanti film si possono ricordare “Hungry Hearts”, “La mafia uccide solo d’estate”, “Pazze di me”. Proprio uno dei soci, Brizzi, è il regista incaricato di girare il misterioso film che secondo l’annuncio ha bisogno di ragazzi e ragazze dell’ “alta borghesia”. Ieri La Notizia ha contattato la Wildside per capire cosa si intenda esattamente con quella espressione, senza però avere risposta. Si sa solo che il casting si terrà a Cinecittà il 7 e l’8 ottobre. Chissà, magari il mistero è dettato anche dal fatto che la Wildside è sotto la sbornia del “deal” internazionale perfezionato questa estate. Si dà infatti il caso che fino a poco tempo fa il 100% del capitale fosse diviso tra Gianani, Mieli, Costanzo, Brizzi e Martani. Ad agosto, però, il 62,5% della Wildside è stato venduto al gruppo inglese FremantleMedia Group. Un’operazione che proietta Wildside in uno dei gruppi multimediali più grandi del mondo. FremantleMedia, infatti, è controllata dal gruppo Rtl (55 canali tv e 29 radio nel mondo), a sua volta controllato dal colosso tedesco Bertelsmann. Il 37,5% della Wildside, invece, per il momento rimane nella disponibilità di Gianani, Mieli & Co., anche se tira già aria di futura e definitiva cessione agli inglesi. Gran manovratore della vendita, in ogni caso, è stato Mieli, che è anche managing director della FremantleMedia Italia. I NUMERI Ma quanto hanno incassato i soci italiani dalla cessione del 62,5%? Sul punto non ci sono note ufficiali, anche se le indiscrezioni parlano di 25 milioni di euro. Non male per una società nata nel 2009. Del resto i dati di bilancio fotografano un autentico crescendo. Dal 2011 al 2014 i ricavi sono cresciuti da 22,2 a 24 milioni di euro. Nello stesso 2014 gli utili hanno toccato gli 1,8 milioni di euro, triplicati rispetto ai 628 mila euro del 2013. Alla faccia della crisi del settore del cinema. Nel mare in tempesta Wildside ha navigato spedita, anche grazie all’aiuto di mamma Rai, che con Rai Cinema e 01 Distribution ha collaborato alla realizzazione e distribuzione di diverse opere. Twitter: @SSansonetti
23/11/2024
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