Risarcimento integrale per le case e gli edifici colpiti, ma anche prestito d’onore per il riavvio delle attività produttive e cassa integrazione in deroga per i lavoratori di imprese. Dopo il sisma che il 24 agosto scorso ha colpito l’Italia centrale, provocando la morte di quasi 300 persone tra le province di Rieti e Ascoli, il consiglio dei Ministri ha licenziato il decreto terremoto. Le misure urgenti per la ricostruzione sono contenute in cinquantatre articoli che rappresentano, come spiega una nota di Palazzo Chigi, una “sorta di vademecum con l’obiettivo di essere, per quanto possibile, esaustivo”. Nel provvedimento, su un totale di 300 milioni stanziati, “200 serviranno ad avviare subito l’attività di ricostruzione”, ha spiegato il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Claudio De Vincenti. Nel complesso, invece, le stime per la ricostruzione si aggirano “intorno ai 3,5 miliardi per gli edifici privati e al miliardo per gli edifici pubblici”. Risorse che, come ha chiarito De Vincenti, “sono già previste nella legge di Bilancio”. Infine, quanto al contributo diretto della Commissione europea, quest’ultimo “si muove entro limiti stringenti e a seconda delle situazioni può andare attorno al 6% della spesa complessiva”.
“Avevamo promesso. Non vi lasceremo soli. E così faremo. Tutti insieme”, sono state queste le prime parole che il premier Matteo Renzi aveva affidato a un tweet ieri mattina, subito dopo il Cdm, prima di recarsi nelle zone colpite dal terremoto. Amatrice, Accumoli e Arquata del Tronto le tappe della sua visita insieme a Vasco Errani, commissario straordinario per la ricostruzione, a Fabrizio Curcio, capo della protezione civile e allo stesso Claudio De Vincenti.
Il vero banco di prova, però, sarà l’attuazione delle misure varate dal Governo. Il sostegno alle aree colpite dal terremoto passa anche attraverso il rinvio di imposte e tasse per le imprese ma anche per i singoli che documenteranno l’impossibilità del pagamento connessa al sisma. Ma il pacchetto appena licenziato prevede pure risarcimenti per le seconde case, come ha spiegato il commissario Errani: “Riconosciamo il cento per cento dei danni ai privati, a tutte le abitazioni, anche le seconde case, nella consapevolezza che quella seconde case sono case di famiglia che rappresentano l’identità di quei territori”. Non mancano, inoltre, interventi mirati per il settore agricolo. A cominciare dall’indennizzo dei costi (fino al 100%) per la riparazione, il ripristino o la ricostruzione degli immobili ad uso produttivo agricolo
Una parte del decreto, poi, è dedicata alla trasparenza e alla legalità: l’obiettivo, infatti, è assicurare la massima regolarità in tutte le fasi della ricostruzione. Per tale ragione, oltre alla supervisione dell’Anac, il dl contempla una centrale unica di committenza, un albo delle imprese e uno dei professionisti e la garanzia di dati costantemente aggiornati. Il provvedimento, infine, ha previsto pure una cabina di regia tra il Governo centrale e i territori colpiti: il commissario straordinario sarà infatti affiancato dai presidenti delle Regioni Lazio, Marche, Abruzzo e Umbria quali vicecommissari, e da quattro, uno per Regione, uffici speciali per la ricostruzione.